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direttore Paolo Pagliaro

L’Italia del Pil
e quella reale

L’Italia del Pil <br> e quella reale

di Paolo Pagliaro

(13 novembre 2017) Lavorare costa. Per l’esattezza costa 31 miliardi l’anno, che è la spesa sostenuta per recarsi al lavoro: in media 1.870 euro a famiglia, il 4,2% del reddito medio, percentuale che aumenta con il diminuire del salario.  In assenza di servizi pubblici adeguati, questa spesa è difficile da tagliare. Mentre si possono ridurre – come sta accadendo - altre prestazioni essenziali: le cure sanitarie, l’assistenza agli anziani e ai non autosufficienti, le attività integrative per l’istruzione.
Il primo osservatorio sul welfare familiare –presentato alla Camera dei Deputati dalla società MBS Consulting – propone un quadro allarmante dei servizi che milioni di italiani sono costretti a tagliare per far quadrare i conti. 
In 9 milioni e 300 mila famiglie –il 37% del totale – c’è qualcuno che ha rinunciato a curarsi. Tra chi è riuscito a sostenere le spese sanitarie, un quarto ha dovuto intaccare i risparmi oppure chiedere aiuto ad amici e parenti. 35 famiglie su 100 hanno tagliato le spese per l’istruzione e la cura dei figli: corsi integrativi, gite scolastiche, asili nido, lezioni private, libri, baby sitter.
In 1 milione e 800 mila famiglie c’è una persona non autosufficiente: nell’80 per cento dei casi i parenti si devono arrangiare, senza alcun aiuto esterno, come badanti o infermieri. 
A differenza che in passato, molte prestazioni essenziali oggi sono ottenibili solo a pagamento. Sono tanti quelli che non ce la fanno.  Tra le persone di cui si prende cura la Caritas  a Roma il 45% è italiano e uno su tre è diplomato. Ha scritto sul Corriere della Sera il sociologo Mauro Magatti che l’ottimismo della classe dirigente sul Pil e gli altri indicatori della crescita rischia solo di creare rabbia tra gli italiani più colpiti dal declino. C’è da chiedersi se la politica riesca ad avere una percezione corretta di questa realtà e delle vere condizioni di vita di buona  parte della popolazione. Per molti aspetti, si direbbe di no. 

 

 

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