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Milano si gioca
un pezzo di futuro

Milano si gioca <br> un pezzo di futuro

di Paolo Pagliaro

(17 novembre 2017) Lunedì il Consiglio Affari generali dell’Unione Europea - composto da tutti i ministri degli Affari europei dei Paesi membri - deciderà la nuova sede dell’Ema, l’agenzia europea dei medicinali, e dell’Eba, l’authority bancaria. Entrambe le organizzazioni dovranno lasciare Londra in seguito alla decisione degli inglesi di uscire dall’Unione. Sembra scontato che l’autorità bancaria traslocherà a Francoforte, mentre per l’Agenzia del farmaco ha buone possibilità di spuntarla Milano. Le città candidate sono 19, tra cui Barcellona che però si è di fatto autoesclusa con la dichiarazione d’indipendenza catalana. Milano dovrà vedersela soprattutto con Bratislava, Amsterdam, Vienna e Copenaghen.
La posta in palio è alta. L’Ema ha quasi 800 dipendenti che, nel caso di vittoria di Milano, dovrebbero trasferirsi nel capoluogo lombardo con le loro famiglie. Altri duemila posti dovrebbero nascere grazie all’indotto. L’Agenzia organizza una media di 500 meeting internazionali che ogni anno portano nella città che la ospita più di 65 mila partecipanti. Oggi il Sole ipotizza un impatto economico che nel complesso sfiora i due miliardi di euro.
L’Italia ha le carte in regole per ospitare l’Agenzia del farmaco anche perché ha un’ottima reputazione nel settore della ricerca biomedica di base: per quanto gli investimenti pubblici e privati in ricerca siano scarsi, i ricercatori italiani sono tra i più produttivi al mondo in termini di pubblicazioni scientifiche. Numerosi laboratori contribuiscono con le loro scoperte allo sviluppo di nuovi farmaci e nuove terapie.
Un successo di Milano avrebbe il valore di un riconoscimento e sarebbe un’occasione di rilancio della ricerca biomedica.
Secondo i bookmaker londinesi la candidatura italiana è favorita, ma l’esito della partita che si gioca lunedì è tutt’altro che scontato.

(© 9Colonne - citare la fonte)