Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

FEMMINICIDI, 84 CASI
NEI PRIMI 9 MESI DEL 2017

Alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, oggi, la Polizia di Stato e la “Sapienza” Università di Roma, hanno organizzato, presso l’aula magna della facoltà di Lettere, il convegno “Questo non è amore”. Alla presenza del capo della Polizia, Franco Gabrielli, e del Magnifico Rettore, Eugenio Gaudio, è stata presentata la prima pubblicazione, che avrà cadenza annuale e porterà il titolo della campagna “Questo non è amore”, con i dati sulla violenza di genere in possesso delle forze di polizia, gli strumenti operativi, le iniziative d’informazione e una serie di testimonianze di poliziotte che lavorano tutti i giorni con le donne per supportarle nella prima fase della denuncia e in quelle successive. Sotto il profilo dei dati, a fronte di una diminuzione degli omicidi volontari negli ultimi 10 anni, quelli delle donne rimangono sostanzialmente invariati (le vittime erano 150 nel 2007 e 149 nel 2016) passando dal 24% rispetto al totale nel 2007, alla percentuale ben più grave del 37% nel 2016. In questo quadro, il femminicidio è una sottocategoria degli omicidi volontari e rappresenta l’uccisione di una donna da parte di un uomo proprio in quanto donna, come atto estremo di prevaricazione e superiorità. Comunemente si pensa che il femminicidio sia l’omicidio avvenuto in ambito familiare o affettivo e, infatti, il 73% delle uccisioni di donne avvengono tra le mura domestiche e nel 56% dei casi il carnefice è il partner o l’ex partner. Non tutti gli omicidi di donne in ambito familiare o affettivo sono, però, da considerare femminicidi, nel senso di uccisioni di donne in ragione del proprio genere. Degli 84 omicidi di donne nei primi nove mesi del 2017 (erano stati 109 nello stesso periodo del 2016), 61 si sono verificati in ambito familiare, ma l’esame puntuale di tutte le drammatiche vicende fa sì che in 31 casi si possa propriamente parlare di femminicidio, dovendosi escludere i casi in cui, ad esempio, il marito uccide la moglie malata terminale per porre fine alla sua sofferenza o quella del figlio che uccide la madre per motivi meramente economici. (PO / Red – 24 nov)

 

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