di Paolo Pagliaro
“Il grande libro delle amache”, edito da Feltrinelli, racconta 25 anni di storia italiana attraverso i corsivi che Michele Serra ha pubblicato prima sull’Unità poi su Repubblica. 8 mila corsivi, tutti inevitabilmente compromettenti come lo sono le opinioni. Infatti Serra è molto amato e molto discusso. Il curatore dell’antologia ha accertato che la parola più utilizzata da Serra nei suoi scritti è “sinistra”, che appare 1321 volte. La seconda più usata è “politica”, 1166 volte. La terza è Berlusconi. In un breve saggio intitolato “La sinistra e altre parole strane”, che esce a corredo dell’antologia, Serra spiega che mentre una volta si trattava di convincere la gente della bontà delle proprie idee, a costo di discutere o di litigare, oggi si tratta di blandire la gente, di rappresentarne gli umori, di imitarne le pulsioni. Il gentismo – scrive Serra - è la vera e trionfale novità introdotta in politica da Berlusconi, capace di far sentire intelligente e utile anche l’ultimo dei fresconi. Si chiamava demagogia, ora si chiama marketing.
Quanto alla sinistra, soffrirebbe del difetto contrario che consiste nel parlare alla gente come se fosse sempre scema o colpevole.
Per la ricerca di una terza via dignitosa, può risultare utile la lettura di un altro saggio uscito in questi giorni. Si intitola “Contro il sacrificio” e lo ha scritto per Raffello Cortina lo psicanalista Massimo Recalcati, che tra l’altro è il responsabile della scuola di formazione del Pd. Recalcati riflette su ciò che si perde quando ci si identifica con una Causa assoluta, e questa identificazione diventa ipnotica, pura, granitica e priva di dubbi, pienamente sacrificale. La proposta è quella di sbarazzarsi di una rappresentazione solo colpevolizzante dell’esistenza. A bene vedere è una proposta anche politica. (Red – 24 nov)
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