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direttore Paolo Pagliaro

Le larghe intese
nell’era Renzusconi

Le larghe intese <br> nell’era Renzusconi

di Paolo Pagliaro

(30 novembre 2017) La Germania cerca di uscire dalle secche di una temuta ingovernabilità e del conseguente vuoto di potere affidandosi, sia pur di malavoglia, a una riedizione della Grosse Koalition, quelle larghe intese tra popolari e socialdemocratici che dal 2005 hanno garantito ai tedeschi stabilità politica e benessere economico.


Quella di un’alleanza tra centrosinistra e centrodestra è una prospettiva realistica anche per il futuro della politica italiana, e non solo perché – stando ai sondaggi – alternativa diverse per ora non se ne vedono.
C’è chi pensa che le larghe intese, lungi dall’essere il male minore, siano la soluzione preferibile perché – come scrive Il Foglio -  né il Pd né Forza Italia possono permettersi il lusso di scendere a compromessi con partiti non pienamente europeisti nel momento in cui l’Europa ha ricominciato a crescere velocemente e può trainare anche la nostra ripresa. 
C’è poi chi è convinto che le larghe intese siano purtroppo cosa fatta, da un punto di vista politico e persino antropologico. E che dunque quella che stiamo vivendo sia la stagione di Renzusconi, il personaggio creato da  Andrea Scanzi  per il libro che esce oggi pubblicato dalla casa editrice del Fatto Quotidiano.


Il ritratto di Renzi e dei renziani è impietoso,  la tesi di fondo è che Renzi e Berlusconi siano due facce della stessa medaglia. Per dimostrarlo, Scanzi elenca le molto affinità su questioni cruciali come l’immigrazione e la giustizia, la Rai e le leggi elettorali, l’articolo 18 e il Ponte sullo Stretto, l’evasione fiscale e la patrimoniale, la legittima difesa e il primato della comunicazione sulla politica. D’altra parte, se si progettano larghe intese, su qualcosa occorre pure andar d’accordo. 

(© 9Colonne - citare la fonte)