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APPALTI, DELRIO: SIAMO
A BUON PUNTO

APPALTI, DELRIO: SIAMO <BR> A BUON PUNTO

“Siamo a un buon punto. I decreti già fatti sono sette, sta per essere pubblicato l’ottavo e altri sei o sette sono in fase finale di lavorazione”. Risponde così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio sullo stato dei decreti attuativi della legge del nuovo Codice degli appalti in un’intervista concessa a Riccardo Iacona per la puntata di Presadiretta “Appalti fuori controllo”, in onda oggi, alle 21.15, su Rai3. E sulla riduzione delle stazioni appaltanti prevista dal nuovo Codice il ministro rassicura: “Questo è un punto centrale, noi l’abbiamo già inviato a Palazzo Chigi che sta terminando le sue ultime osservazioni. Sono già state inviate sei mesi fa, poi è stata fatta una nuova revisione, adesso c’è la revisione definitiva. Palazzo Chigi mi ha promesso che in pochi giorni lo licenzia. A giorni dovrebbe terminare il nostro iter e quindi dopo ci sono i 20 giorni del Consiglio di Stato”. “Contiamo di stare sotto le 5mila – spiega il ministro - c’è una fortissima riduzione rispetto alle 35mila, potremmo arrivare anche a 3500 come previsione”. La data finale in cui avremo le 5mila stazioni appaltanti “dipenderà molto dalla capacità delle amministrazioni di fornire la documentazione in tempo reale. Però nel momento in cui c’è il decreto bisogna che si adeguino rapidamente” continua Delrio. “Poi c’è un punto che io rivendico con orgoglio, il fatto di avere finalmente voluto che andasse a gara il progetto esecutivo e non più un progetto preliminare che comportava varianti delle imprese, maggiori costi. Il codice appalti ha determinato nel suo primo anno di attuazione un aumento del 65 per cento dell’importo dei bandi di progettazione. Cioè vuol dire che il paese si è messo sulla strada giusta come fanno i francesi, come fanno gli altri. Cioè di mandare a una gara solamente un progetto esecutivo e non un progetto fantasioso, una cartellina vuota. Quindi questa roba qua ci dice che il codice ha stimolato finalmente le società di progettazione, ha stimolato gli incarichi di progettazione. Anas, che è una mia società, faceva zero incarichi di progettazione era tutta una cosa affidata alle imprese”. “ANAS quest’anno farà 80 milioni di affidamento di progettazioni. Diciamo gli enti pubblici hanno piena contezza e responsabilità del processo. Noi dobbiamo fare in modo che lo stato non sia il bancomat di aziende che non sanno fare il loro mestiere”. Uno dei cavalli di battaglia del ministro è stato quello di annullare la scelta dei progetti col criterio del massimo ribasso poi però il governo ha deciso di alzare la soglia a 2 milioni di euro per i progetti a cui ancora si può accedere solo con questo criterio: “si è scelto dopo il primo anno di applicazione di dare questa facoltà di aumentare questa soglia per accompagnare il processo di adattamento all’abbandono al massimo ribasso che era una vera anomalia italiana”. A tal proposito il presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, aveva espresso le sue perplessità parlando di una sorta di boicottaggio nell’applicazione del Codice. “Credo che Raffaele Cantone abbia molti elementi per poter dire questo e posso confermarlo. Questa legge è stata avversata molto perché determina molta più trasparenza, fa una lotta profonda al tema corruttivo e molti erano abituati a regole variabili o a una eccessiva discrezionalità. Quindi io credo che abbia centrato con la sua diagnosi”. (15 gen - red)

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