di Paolo Pagliaro

(22 gennaio 2018) Quasi metà degli italiani pensa che i partiti non servano e quasi due su tre ritengono che oggi il Paese dovrebbe essere guidato da un “uomo forte”. Giunto alla ventesima edizione, il rapporto Demos sui cittadini e lo stato fotografa un’Italia sfiduciata. Non sembrano più esistere istituzioni “vicine” ai cittadini, osserva su Repubblica Ilvo Diamanti, che ha curato l’indagine. Raccolgono la fiducia della maggioranza degli italiani solo il papa, le forze dell’ordine e la scuola. Sono guardati con crescente distacco tutti gli altri, a cominciare dai Comuni. Queste tendenze erano già emerse nelle precedenti edizioni del rapporto Demos. La novità di quest’anno sono la crescita della voglia di partecipazione da parte dei più giovani e l’aumento di popolarità dei sindacati: più 8% rispetto all’anno scorso la Cgil, più 6% per Cisl e Uil. Non accadeva da anni.

Il fatto che cresca la fiducia nei confronti dei sindacati si spiega soprattutto con il loro impegno in difesa dell’occupazione. Sono ben 166 i tavoli di crisi aperti in questo momento al ministero dello Sviluppo economico. Riguardano 190mila lavoratori e grandi aziende come Ilva, Alitalia, Ericsson e Almaviva ma anche un miriade di imprese minori. Sono ormai sistemiche le difficoltà nel settore degli elettrodomestici e rischiano di diventarlo quelle della siderurgia e del suo indotto. Sei crisi su dieci nascono da cause interne all'azienda: difficoltà finanziarie, errori gestionali e manageriali, ristrutturazioni e insostenibilità dei costi. Nel 39% dei casi, invece, ha pesato la contrazione degli ordini dovuta alla congiuntura economica globale e alle sue ripercussioni in Italia. Ai tavoli di crisi il sindacato è attivo per limitare i danni, e oggi l’indagine Demos in qualche modo ne premia l’impegno.