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direttore Paolo Pagliaro

La ripresa c’è
il lavoro no

La ripresa c’è <br> il lavoro no

di Paolo Pagliaro

(25 gennaio 2017) Un’economia in disarmo non ha bisogno di rinnovare i suoi macchinari e non investe negli impianti.  Fa dunque ben sperare la notizia che l’anno scorso in Italia sono aumentati del 45% gli ordinativi di macchinari, robot e automazione. Ne sono stati prodotti per oltre 6 miliardi di euro, nuovo record per l’industria italiana di settore.  Questo balzo è il frutto di una congiuntura economica favorevole e della propensione di molti imprenditori a competere a livello internazionale, Un ruolo importante lo ha giocato anche il nuovo sistema di incentivi per l`innovazione  varato con il Piano Impresa 4.0, in particolare con le misure di super e iper ammortamento.
Una seconda buona notizia è che  nel 2017, le nuove attività economiche hanno superato quelle che hanno chiuso i battenti. Sono 46mila in più le imprese iscritte nei registri delle Camere di commercio. Merito della spinta che viene dal  Sud, cui si deve quasi il 60% dell'aumento complessivo.  Le nuove aziende sono attive soprattutto nei settori turismo, agricoltura, commercio e costruzioni.
Purtroppo non è vera gloria, perché sono molto modesti i benefici all’occupazione,  o perlomeno all’occupazione di qualità. Nell’arco di un anno, i contratti a tempo indeterminato sono stati solo il 10% dei 500 mila nuovi contratti. Nel terzo quadrimestre del 2017 il numero di dipendenti precari – cioè con contratti a termine -  è salito così a 2 milioni e 900 mila, il 16,3% del totale, nuovo massimo storico. Sono aumentati soprattutto i contratti di durata più breve,  inferiori ai 6 mesi, e quelli nei settori a basso grado di qualifiche e dunque di retribuzione.
E’ come sue le due Italie – quella della ripresa economica e quella dell’occupazione -  fossero condannate a inseguirsi senza potersi mai raggiungere.  

 

 

 

 

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