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direttore Paolo Pagliaro

Umberto Veronesi
il grande lucernario

Umberto Veronesi <br> il grande lucernario

di Paolo Pagliaro

(29 gennaio 2018) Umberto Veronesi era un guaritore. Aveva la luce, lo sguardo, l’iniziativa, il sorriso, le mani del guaritore.  Così lo ricorda Giovanna Gatti (MariaGiovanna Luini quando scrive libri), che del professore scomparso l’8 novembre del 2016 è stata per sedici anni assistente medico all’Istituto Europeo di Oncologia. Veronesi è il “grande lucernario” che dà il titolo al libro perché così – volendo dire grande luminare -  lo aveva apostrofato una signora durante un cena. A lui non era affatto dispiaciuto e a MariaGiovanna Luini – che ha avuto lo scienziato milanese tra le luci della sua vita – nemmeno.

Con Veronesi, ricorda Luini,  avevamo un pilota automatico rivolto verso la cura: c’è chi lo orienta verso l’arte, la letteratura, il potere, i viaggi, la direzione delle aziende, l’architettura, il canto, la legge, e c’è chi deve curare gli altri per rispettare e onorare se stesso.

La storia di questo sodalizio è anche il diario del viaggio  che dalla medicina ultra scientifica porta alla medicina olistica e dunque alla consapevolezza che la malattia è anche un problema dell’anima.  Siamo esseri complessi e meravigliosi: il corpo fisico è solo una parte di noi. Ecco perché – spiega l’autrice - la medicina dovrebbe aprirsi a filosofie e pratiche che non hanno a che fare solo con la parte tangibile o con la cosiddetta «psiche». E mettere al centro la ricerca della cura unica e speciale per ognuno di noi. L’ascolto e il rispetto di chi ha bisogno, la comprensione e l’empatia, l’accompagnamento nel percorso della guarigione.

Con la consapevolezza che amare il paziente è parte della cura, senza eccezioni. Altrimenti si sceglie un’altra professione

 

 

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