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direttore Paolo Pagliaro

Facebook teme
la 'disinformatia'

Facebook teme <br> la 'disinformatia'

di Paolo Pagliaro

(30 gennaio 2018) Facebook ammette che le campagne di disinformazione sono una minaccia reale e annuncia che sta per lanciare anche in Italia una serie di misure per contribuire all’integrità della campagna elettorale da qui al voto del 4 marzo. Gli account falsi verranno chiusi e gli utenti riceveranno una notifica se una storia che hanno condiviso è stata giudicata falsa.  La notizia, anticipata da Jacopo Jacoboni sul quotidiano La Stampa, è rilevante perché conferma che le fake news  preoccupano non solo le anime belle o chi se ne ritiene danneggiato  ma anche chi  le veicola e ne trae traffico e dunque profitto, come i grandi social network.

Se una storia debba essere giudicata falsa o parzialmente falsa lo deciderà un fact checking che in Italia sarà affidato al team di  Pagella Politica, sito che dal 2012 valuta, attraverso numeri e fatti, la veridicità di quanto  i politici vanno affermando.

Chi visita il sito  troverà analizzate centinaia di dichiarazioni che in questi anni hanno alimentato il dibattito pubblico.  Ce ne sono 371 di Renzi, 240 di Grillo, 159 di Salvini, 113 di Berlusconi, 103 di Brunetta, 76 di Di Maio e altrettante di Di Battista, 70 di Boldrini, 65 di Bersani e altre di Meloni, Alfano, Maroni, Bonino, Gentiloni, Grasso e così via.

Pochi di loro hanno meritato la promozione piena per aver detto la verità. Molti sono risultati approssimativi, altri hanno alternato alle dichiarazioni veritiere o quasi quelle che Pagella Politica bolla come “panzane pazzesche”,  cioè menzogne spesso sfrontate.

Il problema è che non tutte queste bugie sono innocue. Alcune puntano a esasperare i problemi piuttosto che a risolverli, e sono le più insidiose.

(© 9Colonne - citare la fonte)