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direttore Paolo Pagliaro

La favola benefica
di Primo Decimo
e la pozza d’acqua

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

 La favola benefica <br> di Primo Decimo <br> e la pozza d’acqua

LA FAVOLA BENEFICA DI PRIMO DECIMO

"Primo Decimo e la pozza d’acqua”, Edizioni Albero, è una fiaba, certamente per ragazzi, ma sicuramente anche per adulti. Anzi, forse proprio per adulti, come “Il piccolo principe” dell’indimenticabile Antoine de Saint Exupéry. Padre di questa favola moderna, ricca di divertenti citazioni letterarie che abbracciano autori e personaggi di tutti i tempi, è Thomas Ferrum. Almeno questo lo pseudonimo che l’autore usa quando scrive fiabe (come in questo caso). Perché quando si cimenta in romanzi, come “La bussatina”, si chiama Tom Ferretti mentre, quando è la volta dei saggi, si svela con suo nome di battesimo: Biagio Pirito, autore di “Indovina chi viene a cena”. Nella favola Primo Decimo vive in un orfanotrofio ed è vittima della sua condizione di solitudine, della cinica direttrice dell’istituto e della sua spia. Ma Decimo trova l’occasione del riscatto, della liberazione, in una trama che si snoda seguendo l’avventura. Il messaggio del libro passa attraverso il concetto cristiano e pedagogico che ogni cosa si può guadagnare lavorando duramente (lavorerai sei giorni e il settimo ti riposerai), come nella vita di ogni individuo. La “favola” è letteratura per ragazzi, ma condita da un divertito surrealismo che affascina il lettore giovane come quello maturo. Ma uscendo dall’operazione letteraria, spostandosi dal surrealismo del racconto inventato, il libro entra nella concretezza della vita reale delle persone, quelle in difficoltà. Il progetto nasce infatti con un intento benefico. Un’amica dell’autore, cinque anni fa, ha contratto l'Atassia di Friedreich, una malattia progressiva attualmente incurabile e che la costringe sulla sedia a rotelle, senza mezzi economici e con gravi disagi. Per questi motivi Pirito (alias Thomas Ferrum), ha deciso di devolvere tutto l’incasso proveniente dalle vendite del libro alla ragazza, soprattutto per consentire l’acquisto di supporti meccanici che migliorino la qualità della vita di questa ragazza. (Ema)

 

“UN PESCE ROSSO, DUE LESBICHE E UN CAMPER”

Portolino è un piccolo borgo affacciato sul mare Adriatico. Seimila abitanti scarsi, e sembra che si faccia fatica a trovarne uno “normale”. A cominciare dal narratore delle storie di “Un pesce rosso, due lesbiche e un camper”, esordio letterario del cantautore Paolo Simoni (Compagnia editoriale Aliberti). Un ragazzo che vuole diventare scrittore e poeta ed è innamorato di Viola, che però non gli è fedele e rovina tutto per colpa di un pesce rosso. E poi ci sono Dante, il postino, il parroco Don Anticristo, Lady Letizia, la nonna pugliese naturalizzata in Romagna e tanti altri. Insieme a loro il bagno Corallo – non può mancare un bagno sulle spiagge dell’Adriatico. Punto di ritrovo, crocevia di vite e soprattutto sede dei tornei di Mah Jong. Storie e personaggi che s’intrecciano grazie alla penna ironica di un artista multiforme come Paolo Simoni, cantautore di professione e qui alla sua prima prova narrativa. Il ritratto di una provincia italiana che sembra sospesa nel tempo e nello spazio, eppure ancora viva e pulsante. Soprattutto, un atto d’amore dell’autore verso la sua terra: la Romagna più vera, che resiste testarda ai mutamenti con la sua vena d’umanità folle e passionale.

 

 “ALLA FINE DELLA VITA”, INDAGINE DI MARZIO BARBAGLI

È vero che la morte è diventata tabù, che la società moderna la nega e la nasconde più di quelle premoderne, condannando all’isolamento chi sta per lasciare questo mondo? Ed è forse per questo che i medici mentono al malato, e gli nascondono le cattive notizie sulla sua salute? È vero che la medicina moderna è rivolta solo al prolungamento della vita e all’ostinazione terapeutica, mentre trascura le esigenze e le sofferenze dei malati terminali? Che cosa è stato fatto per contrastare questa tendenza? Perché sono nate e a cosa servono le cure palliative? Come, dove e con chi si passa oggi l’ultima fase della vita? Nel decifrare la complessa mappa del fine vita, “Alla fine della vita” di Marzio Barbagli mette a confronto i cambiamenti avvenuti in Italia con quelli degli altri paesi occidentali. Barbagli è professore emerito dell’Università di Bologna, dove ha insegnato Sociologia. Fra i suoi numerosi libri, tutti pubblicati dal Mulino, si segnalano “Congedarsi dal mondo. Il suicidio in Occidente e in Oriente” (2009), premio Mondello per la saggistica, tradotto in inglese, coreano e portoghese. (Red)

 

  “SAREI STATO CARNEFICE O RIBELLE?” DI PIERRE BAYARD

 “Cosa sarebbe stata la mia vita qualora fossi nato, come mio padre, nel gennaio del 1922 e se, come lui, mi fossi trovato immerso nella tormenta della Storia”. “Sarei stato carnefice o ribelle?” di Pierre Bayard (Sellerio, traduzione dal francese di Andrea Inzerillo) è un libro che indaga sulla Resistenza (intesa come fenomeno storico) e sulla resistenza (intesa come capacità di ribellarsi) incrociando storia e psicologia, ma lo fa in un modo diverso dall’usuale e fecondo di sorprese, ricostruendo, nella maniera più scientifica possibile, quale sarebbe stato il comportamento dell’autore se si fosse trovato nella situazione concreta di dover scegliere una linea di azione di fronte ai dilemmi che l’occupazione nazista della Francia poneva a un giovane di allora. Ribellarsi, arrendersi o collaborare con i carnefici? Nei vari episodi effettivi in cui ciò si presentava, in un crescendo andante dalla scelta tra aderire all’esercito degli occupanti o dei resistenti (cioè tra de Gaulle e Pétain) sino al terrore della tortura, della delazione e della caccia all’ebreo. E collocandosi nelle situazioni in cui emergessero i vari tipici elementi della motivazione a ribellarsi o accettare (per ideologia, indignazione, empatia, paura, altruismo, eccetera). Le situazioni concrete in cui immergersi, per rispondere al quesito di come si sarebbe comportato lui, l’autore le ha ricostruite dalle testimonianze scritte e dai racconti di protagonisti. Mentre i presupposti teoretici che renderebbero possibile l’immedesimazione sono individuati nell’esistenza della cosiddetta personalità potenziale, ovvero il modo ricorrente di reagire nelle circostanze di estrema violenza e stress che sperimentiamo nella nostra esistenza; nel funzionamento di stabili leggi psicologiche; e nella prevedibile somiglianza caratteriale con il padre. Domande simili a quelle di questo libro sono normalmente poste in sede morale ed esistenziale attraverso la narrativa (letteraria, cinematografica, e così via), o in sede storica o filosofica o psicologica, con le diverse discipline separate. Sarei stato carnefice o ribelle? gli stessi quesiti pone mescolando, per mezzo dell’immedesimazione, esperienza vissuta storia e psicologia, com’è nella vita autentica. Con l’effetto di mostrare ciò che di vitalmente tremendo vi è in simili dilemmi. E quanto numinoso mistero circondi la decisione più difficile, meravigliosa e sconveniente di tutte: ribellarsi e resistere. Dire di no. Pierre Bayard (1954), professore di letteratura francese nella Università Paris VIII e psicoanalista. Tra i suoi libri: Chi ha ucciso Roger Ackroyd? (2011) e Come parlare di un libro senza averlo mai letto (2012).

LO SPETTATORE, I DIARI DALL’UNGHERIA DI IMRE KERTÉSZ

I diari di Imre Kertész racchiudono mezzo secolo di una vita straordinaria e offrono un intimo resoconto dell'evoluzione del pensiero e della scrittura del grande autore ungherese. A ''Diario dalla galera'', testimonianza di trent'anni di isolamento nell'Ungheria socialista tra il 1961 e il 1991, è seguito ''L'ultimo rifugio'', che copre gli anni tra il 2001 e il 2009; ''Lo spettatore'' (Bompiani, traduttore Antonio Donato Sciacovelli) compone la trilogia, raccogliendo note e appunti scritti tra il 1991 e il 2001. Sono qui contenute riflessioni lucidissime sulla transizione a una nuova epoca, sul senso di una catastrofe inevitabile per l'Ungheria, sul ruolo di intellettuale pubblico imposto a Kertész dalla fama crescente, così come alcuni passaggi commoventi dedicati alla compagna di una vita, Albina, morta di cancro nel 1995.

(© 9Colonne - citare la fonte)