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LAZIO, FLUMERI PUNTA
SU CULTURA E FARE RETE

LAZIO, FLUMERI PUNTA <br> SU CULTURA E FARE RETE

Nella Regione Lazio, tra i nomi dei candidati in corsa nella “Lista civica Zingaretti presidente”, c’è quello di Elisabetta Flumeri: scrittrice, sceneggiatrice e presidente di EWWA (European Writing Women Association), un’Associazione che vede protagoniste le donne che operano nel mondo dell’editoria. Con lei abbiamo parlato di donne e politica, di pari opportunità e uguaglianza di genere. Le abbiamo chiesto perché ha deciso di candidarsi e quali sono i suoi impegni per il futuro.

Cosa l’ha spinta ad accettare la candidatura?

In primo luogo la convinzione che ci si debba esporre in prima persona contro la rassegnazione e il qualunquismo del “sono tutti uguali, tanto non cambia niente”. Non è la prima volta che accetto di impegnarmi sul territorio proprio per questo motivo. Ti accorgi che, se con le persone parli, se le ascolti, se sei credibile nella tua dedizione e nel tuo entusiasmo, è possibile vincere il rifiuto e la chiusura che portano al disinteresse e all’astensionismo. In secondo luogo perché, per la mia storia sia politica sia lavorativa, io credo fermamente nel lavoro di squadra e sono convinta che le cose si cambino e si migliorino insieme. Non è uno slogan, ma quello che mi ha dimostrato la mia esperienza. Sia pure con tante difficoltà e delusioni, la bilancia continua ad essere in attivo. Infine la conoscenza personale di alcune persone dello staff di Zingaretti, la stima che ho per loro e per il lavoro che hanno fatto e, sono sincera, l’augurio che la nostra lista civica non sia solo un gruppo di persone riunite per finalità elettorali, ma che si possa continuare a lavorare insieme anche dopo, che ci sia una continuità, come è nelle intenzioni di Zingaretti.

Che cos'è secondo lei la buona politica?

“Rispondo con una frase di Zingaretti che mi sembra sintetizzi perfettamente il concetto: non significa negare i problemi ma riconoscere che ci sono e impegnarsi per risolverli, perché cambiare è possibile. E mi sento di dire che è quello di cui lui e la sua giunta si sono fatti carico in questi anni, con passione, trasparenza e credibilità. Non tutto è stato fatto, criticità e problemi ci sono ancora, sarebbe sciocco negarlo e nessuno vuole raccontare favole, ma io sono convinta che, se a chi ha lavorato con competenza e convinzione  garantiamo la continuità, si procederà sulla stessa strada”.

Quale sarà la prima azione che metterà in campo nel caso dovesse essere eletta?

“Parafrasando Tondelli - diceva che ognuno dovrebbe scrivere di quello che conosce – il mio impegno prioritario è nel settore culturale, perché di cultura si può e si deve poter vivere. Vorrei ottenere un maggiore sostegno per le associazioni culturali che fanno rete e che lavorano nel sociale con la scrittura: ad esempio chi fa teatro o incontri di scrittura in carcere e negli ospedali. La scrittura ha un valore terapeutico fondamentale, vorrei che venisse riconosciuto e sostenuto. E un sostegno anche per le associazioni che lavorano nelle scuole: l’esercizio della creatività applicato alla scrittura e alla narrazione ha il potere di migliorare la capacità di leggere il mondo, aiuta i ragazzi a conoscersi e a tirar fuori il meglio di ciò che hanno dentro, veicola valori, come la parità di genere, ma non in maniera teorica: attraverso la scrittura li elaborano e li fanno propri”.

Scrittrice e presidente di EWWA, lei crede che è ancora lontana la realizzazione di una vera parità di genere nel nostro Paese?

“Purtroppo sì. Soprattutto in alcuni settori – politica e imprenditoria per fare solo due esempi -  ma anche nel nostro campo, come dicevo ieri in un’intervista a “Noi Donne”, la percentuale di donne che vengono pubblicate (attenzione, non di donne che scrivono) è decisamente inferiore rispetto a quella degli uomini. Però, sinceramente, io non credo che la parità di genere si raggiunga trattando le donne come una specie protetta, temo che questo possa condurre a una nuova ghettizzazione. Invece, ed è l’impegno della nostra associazione, credo che gli obiettivi si raggiungano, ancora una volta, insieme, unendo le forze, la volontà e la passione. Il mio auspicio è quello di una grande rete che proceda compatta  verso la meta, cementata dalla solidarietà, dal sostegno reciproco e dalla condivisione. Sembra un’utopia, ma in questi anni di associazione abbiamo sperimentato che invece è possibile”. (PO / Gil – 22 feb)

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