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Pare che i giovani
tornino a votare

Pare che i giovani <br> tornino a votare

di Paolo Pagliaro

(1 marzo 2018) Una delle novità delle elezioni di domenica potrebbe essere il ritorno alle urne dei giovani. Secondo una ricerca di Viacom-Mtv che appare oggi sul settimanale 7, ci si attende che vadano a votare otto ragazzi su dieci nella fascia d’età 18-30 anni. Un discreto passo avanti rispetto a quel 74,5% di giovani che si presentò ai seggi in occasione delle politiche del 2013. Domenica andranno a votare per la prima volta i millennials. Molti di loro – di nuovo 8 su 10 – pensano di poter cambiare le cose. Ma il 67% considera confusi i programmi dei partiti, il 47 per cento pensa che le informazioni sulla politica online siano fake news e il 42 per cento considera i leader troppo aggressivi e violenti.
Tra i problemi che i giovani vorrebbero veder risolti dalla politica, al primo posto c’è la disoccupazione, seguita da crisi economica e immigrazione. Ma su quest’ultima questione l’ approccio è equilibrato. Il 61% dei ragazzi intervistati da Viacom è a favore della cittadinanza per gli stranieri che dimostrino di essersi integrati nella società italiana.
Dario Tuorto, nel volume “L’attimo fuggente” edito dal Mulino, studia le scelte di voto dei giovani e conferma che i ragazzi italiani vanno a votare, almeno alle elezioni politiche, più dei loro coetanei di molti altri paesi. Ma questo non basta a ridurre la loro irrilevanza politica . I giovani contano poco perché sono sempre meno numerosi e perché, di conseguenza, la politica si occupa poco di loro. Anche alla luce di questo deficit demografico, ci si chiede quanto sia saggio continuare a escludere dal voto per il Senato chi ha meno di 25 anni, così alterando, tra l’altro, la rappresentatività delle due Camere.

(© 9Colonne - citare la fonte)