Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

IL CTIM FESTEGGIA 50 ANNI A ROMA

Si è tenuto il 13 novembre a Roma (Fondazione An) il convegno dal titolo “Prima di tutto italiani” organizzato dal Comitato Tricolore per gli italiani nel mondo in occasione del suo 50esimo anniversario. “Una vasta riflessione sul senso dell’identità nazionale, della sua difesa e della sua promozione, dentro e fuori i confini d’Italia”, si legge in una nota del Ctim. “Prima di tutto italiani” è stato il tema della manifestazione che ha celebrato il mezzo secolo di vita del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, fondato nel 1968 da Mirko Tremaglia. Ad aprire il convegno  Giuseppe Valentino, Presidente Fondazione An. Poi i saluti di Ricardo Merlo, sottosegretario agli Affari esteri con delega agli italiani nel mondo, di Michele Schiavone, Segretario Generale del Cgie, di Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato, del senatore Maurizio Gasparri, e di Gianni Alemanno. Spazio poi agli interventi di Roberto Menia, Segretario Generale del Ctim, Vincenzo Arcobelli, Presidente del Ctim e consigliere Cgie, Massimo Magliaro, già Direttore di Rai International, Giulio Terzi di Sant’Agata, già ministro degli Affari Esteri, Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore.

L’ITALIANITÀ DI RITORNO “Si tratta di ripercorrere e reinterpretare le vicende ed il ruolo di un’associazione benemerita, nata nell’alveo della cultura e dell’impegno politico della destra italiana, che fece del conseguimento del diritto di voto per gli italiani all’estero la sua battaglia storica e vincente – osserva il Segretario Generale del Ctim, Roberto Menia –; oggi quella storia va celebrata e utilizzata come trampolino di lancio per il futuro”. Menia aggiunge: “Fuori dai nostri confini c’è un tesoro enorme: 5 milioni di cittadini italiani, 60 milioni di italiani oriundi, che conservano il nome e la lingua in ogni angolo del mondo. Più di 400 organi di stampa e tv, 100 istituti di cultura, 500 comitati della Dante, migliaia di esercizi commerciali, ristoranti, il made in Italy diffuso, oltre 100 miliardi di euro prodotti dall’altra Italia. Spingiamola, allora, questa italianità di ritorno, come fatto fisico per alcuni, economico per altri, culturale e spirituale per altri ancora. E’ una battaglia che vale la pena di fare, tanto più oggi, di fronte al mondo globalizzato ed ai grandi fenomeni immigratori che ci investono e ci pongono alta la questione della difesa dell’identità italiana in casa e della conservazione e promozione della stessa fuori di casa. Temi su cui il Ctim si impegna, oggi, per i prossimi anni”.

 50 ANNI DI CTIM A ROMA, ARCOBELLI: INVESTIRE SUI GIOVANI

 “Prima Di Tutto Italiani”: una vasta riflessione sul senso dell’identità nazionale, della sua difesa e della sua promozione, dentro e fuori i confini d’Italia. Questo il tema della manifestazione che si è tenuta il 13 novembre a Roma per celebrare il mezzo secolo di vita del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo fondato nel 1968 da Mirko Tremaglia. Il convegno si è concluso con l’atteso intervento del presidente del Comitato Tricolore, il consigliere del Cgie Vincenzo Arcobelli, che ha indicato la strada da percorrere nei prossimi anni di vita del Comitato, partendo però da quello che il Comitato ha rappresentato nel corso della sua lunga storia: “Spesso ci si chiede - ha esordito Arcobelli - se il Comitato Tricolore sia stato protagonista solamente della battaglia condotta a livello parlamentare per il voto degli italiani all’estero, oppure se abbia anche rappresentato un qualcosa di più ampio. Io ritengo che questa realtà, che oggi ho l’onore di presiedere, abbia svolto nel corso degli anni un’attività decisamente più significativa: un’attività che si è anche dispiegata attraverso le difficoltà, le sofferenze di chi, negli anni, ha rappresentato il nostro Comitato all’estero. Persone spesso denigrate e che hanno dovuto operare in contesti molto difficili. Questa sofferenza è stata subita, storicamente, da molti dei nostri delegati. Tanti sono stati dunque i momenti che ci hanno reso orgogliosi di far parte di questo Comitato”. Arcobelli traccia, inoltre, gli orizzonti futuri: “E’ necessario continuare su questa strada - afferma il presidente del Comitato Tricolore - memori delle nostre mille battaglie, anche se oggi non è un momento facile per l’associazionismo in generale. Le nuove generazioni di italiani all’estero hanno difficoltà nel continuare l’opera dei loro antenati. Noi, dunque, come Comitato Tricolore, dobbiamo investire di più nei giovani, per coinvolgerli in modo più concreto in un percorso che possa condurre al mantenimento di un’italianità forte”. Come raggiungere questo scopo? Arcobelli espone la sua ricetta: “Innanzitutto -afferma- promuovendo anche tra i giovani il concetto di identità nazionale. E, in secondo luogo, orientando le nostre attenzioni anche verso le tante comunità di discendenza italiana sparse in tutto il mondo. E poi continuando, sullo sfondo, a condurre con determinazione le nostre battaglie storiche, come quella sulla permanenza di una Italo Balbo Drive a Chicago. Umiltà, determinazione e volontà: ecco le nostre armi per il futuro”. (red)

 

50 ANNI DI CTIM A ROMA, MENIA: AMORE PER LA PATRIA NASCE ALL’ESTERO

Il 13 novembre, a Roma, si è celebrato il mezzo secolo di vita del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, fondato nel 1968 da Mirko Tremaglia. Al convegno, che come tema principale ha avuto “Prima di tutto Italiani”, è intervenuto Roberto Menia, segretario generale del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo. A lui il compito di ripercorrere la storia del Comitato: “E’ stata una bella e nobile storia di questa comunità umana. Per prima cosa, ritengo che sia giusto ringraziare la Fondazione Alleanza Nazionale. In secondo luogo, credo sia corretto partire proprio dal titolo che abbiamo voluto dare all’incontro di questa sera. Un titolo che, anzi, va anche un po’ spiegato. Per fare ciò, partiamo dal fatto che, pochi giorni fa, abbiamo festeggiato il centenario della vittoria nella Prima Guerra Mondiale, forse l’unico anniversario che questo paese dovrebbe festeggiare, perché quello rappresenta l’unico momento nel quale gli italiani vittoriosi hanno consolidato l’unità nazionale. Una unità nazionale fatta di carne e sangue, fatta di anime, di parlate e di dialetti. Con la vittoria nella Prima Guerra Mondiale si può davvero considerare concluso il Risorgimento Italiano. Dunque, questo ‘Prima di tutto Italiani’ è una frase di cento anni fa e che si rifà inevitabilmente a quel periodo. In questo contesto, vorrei anche ricordare un altro grande italiano, Nazario Sauro, una delle figure più belle, più nobili del Risorgimento Italiano. Il giorno prima di morire, Sauro scrisse una lettera dolcissima a suo figlio Nino, nella quale gli annuncia la sua imminente morte e lo prega, al contempo, di amare per sempre la Patria. Quella lettera, così toccante, si conclude con un’esortazione: ‘Ricordatevi che sarete sempre, ovunque e soprattutto italiani. Ecco spiegato dunque, il titolo che fa da sfondo alla manifestazione di oggi. Perché l’amore per la Patria nasce soprattutto quando si vive all’estero’”. Menia ricorda poi in che modo è nato il Comitato Tricolore: “Il Comitato ha una genesi antica – afferma - perché nasce nel 1968. Ma c’è anche una storia precedente da raccontare. Ed è la storia di una miriade di comunità sparse in tutto il mondo, orgogliose di essere italiane, che va dall’Egitto, all’Eritrea, fino all’Australia, al Brasile, all’Argentina, le quali danno vita a un’intensissima attività culturale, fondando giornali e pubblicazioni. Ecco, queste intense esperienze, rappresentano come i prodromi del Comitato Tricolore, nel quale, appunto, convivono diverse anime, oggi finalmente legate indissolubilmente tra loro. E’ questo il magnifico fil rouge che lega tutti gli italiani all’estero sotto il comun denominatore della Patria, dell’Italia. Un affetto verso il nostro paese che si manifesta in ogni occasione della vita, così come ci ha insegnato anche Mirko Tremaglia che, recatosi in Eritrea per andare alla ricerca della tomba del padre morto prigioniero degli inglesi, scoprì che quella tomba, quel giorno, era piena di fiori: un tributo speciale ed affettuoso da parte dei tanti italiani residenti in quel luogo. E questo è lo stesso spirito che ha sempre permeato il Comitato Tricolore, nato grazie all’opera di fondatori di tutto rispetto, ambasciatori, intellettuali, figure molto importanti. In quegli anni verrà alla luce anche la prima rivista del Comitato, intitolata Italia Tricolore”. Tra gli obiettivi che il Comitato Tricolore oggi pone c’è “Il rafforzamento dei legami tra le varie comunità italiane nel mondo”, che secondo Menia “rappresenta il manifesto programmatico del Comitato”. “Si tratta dunque di ripercorrere e reinterpretare le vicende e il ruolo di un’associazione benemerita, nata nell’alveo della cultura e dell’impegno politico della destra italiana, che fece del conseguimento del diritto di voto per gli italiani all’estero la sua battaglia storica e vincente – conclude Menia - Oggi esiste quella che si potrebbe definire una italianità di ritorno, quella italianità che si produce fuori dai nostri confini e che è creata da tutti quegli italiani che, all’estero, grazie alle loro attività, determinano la produzione di un tesoro di inestimabile valore. Spingiamola, dunque, questa italianità di ritorno, soprattutto oggi che ci troviamo di fronte al mondo globalizzato e ai grandi fenomeni immigratori che ci investono e ci pongono come prioritaria la questione della difesa dell’identità italiana in casa e della conservazione e promozione della stessa al di fuori dei nostri confini. Temi sui quali il Ctim si sta impegnando oggi e per i prossimi anni”. (red)

IL NUMERO SPECIALE DI PRIMA DI TUTTO ITALIANI

Un numero speciale questo di Prima di Tutto Italiani. Un monografico di 24 pagine interamente dedicato ai 50 anni del Ctim. Dalla nascita del Comitato Tricolore su intuizione di Mirko Tremaglia nel 1968, alle visite di Giorgio Almirante nelle baracche tedesche; dai Treni Tricolori alle riunioni targate Ctim in giro per il mondo; dalla madre di tutte le battaglie, ovvero quella per il voto agli italiani all’estero al taglio del traguardo e al ricordo, costante e commosso, della tragedia di Marcinelle. Nel mezzo le numerose foto d’archivio, con pezzi interi della destra italiana e di quel mondo che non mancava di coccolare gli italiani nel mondo, interfacciati con la guida che oggi porta avanti una missione con orgoglio e determinazione. Il tutto impreziosito dai contributi degli attuali vertici del Ctim, che hanno composto un quadro di insieme, supportato dal video realizzato in occasione della celebrazione a Roma dello scorso 13 novembre 2018 presso la Fondazione An. “Abbiamo voluto dedicare un monografico alla storia dell'associazionismo legato al Ctim – osserva il Segretario Generale Roberto Menia – nella consavolezza che si tratta di un mondo orgoglioso, nazionale e patriottico che si ritrova naturalmente nelle battaglie di quel partito che, fondato all’indomani del Natale 1946 (con Giorgio Almirante primo giovanissimo segretario), rivendica già nel suo programma alle prime elezioni del 1948 il riconoscimento del diritto di voto per gli italiani all’estero per farli partecipare alla vita e alle decisioni della Patria”. E aggiunge: “Ed è del 1955 la prima proposta di legge per l’esercizio del diritto di voto agli italiani all’estero, sottoscritta da tutti i senatori del gruppo. Sarà poi Mirko Tremaglia a riprenderla puntuale ad ogni legislatura fin dal suo primo ingresso alla Camera e farne la battaglia vittoriosa della sua vita, coronata all’alba del nuovo millennio. Questo monografico non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per una nuova sfida: quella che ci accingiamo a raccogliere per le nuove esigenze degli italiani nel mondo”.


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