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Sperando che a Tiburtina
non scoppi un incendio

Sperando che a Tiburtina <br> non scoppi un incendio

di Arnaldo di Latebiosa

Alla stazione ferroviaria di Roma Tiburtina, in caso di incendio, ai viaggiatori viene richiesto di prendere contatto telefonico con un addetto; è cioè ormai venuto meno, anche solo come opzione, il citofono, attivabile mediante il classico pulsante rosso. Difficile poi comprendere perché di numeri telefonici da contattare ne siano indicati due: per le emergenze la soluzione migliore è infatti un numero unico, tipo il 113, attraverso cui magari raggiungere più addetti, e un numero possibilmente corto, proprio come il 113, anziché composto di otto cifre, come invece nel caso qui in esame.

Inoltre, nell’avviso antincendio si trovano locuzioni quali “impianto a secco” “tolta tensione” “messa a pressione” per non dire termini come “subordinata” o “attivatore”. Un linguaggio insomma lontano dall’immediatezza che il viaggiatore avrebbe titolo di pretendere quando si trova alle prese con un principio d’incendio, che nel frattempo forse sarà addirittura divampato, mentre cioè costui si sforza di dare un senso compiuto a “ATTENZIONE: IDRANTE A SECCO, MESSA IN PRESSIONE SUBORDINATA A TOLTA TENSIONE AGLI IMPIANTI ELETTRICI” con annunci somiglianti a quelli emanati dal ponte di comando della navicella di Star Trek, specie la conclusione “CONTATTARE ATTIVATORE EMERGENZA DI STAZIONE”. Comunque, dalla lettura alla fine si capisce che a tale ‘attivatore di emergenza’ (cioè l’operatore con cui prendere contatto in caso di incendio) compete la ‘messa in pressione’ dell’impianto idrico dopo aver ‘tolto la tensione’ da quello elettrico; operazioni complesse, insomma, presumibilmente da compiersi all’interno di un’apposita sala emergenze, viene quindi da chiedersi come mai uno dei due numeri telefonici di cui sopra sia un cellulare: è lecito quindi all’addetto allontanarsene?

Insomma allo sprigionarsi delle prime fiamme, letto l’avviso di cui sopra, sarà scusato il viaggiatore se, invece di ‘attivare l’emergenza’ eccetera eccetera, reagirà piuttosto mediante una ROTAZIONE DI TACCHI, un INCREMENTO DI FALCATA accompagnatI da CONTINUI RIFERIMENTI all’estensore dell’avviso nonché ai di lui avi, che verranno REITERATAMENTE EVOCATI. E quali che siano, in caso di incendio, le sorti di un viaggiatore nostrano, si deve in ogni caso concludere, per uno invece straniero, che difficilmente scamperebbe al rogo, rimettendosi all’avviso in questione, vista l’assenza di una traduzione qualsivoglia: anziché facilitare la vita agli stranieri, insomma, all’eguaglianza da noi ci si avvicina rendendola complicata anche per gli italiani.

adlatebiosa@gmail.com

 

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