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direttore Paolo Pagliaro

E’ la farmacia
il primo presidio

E’ la farmacia <br>  il primo presidio

di Paolo Pagliaro

(20 marzo 2020) La croce verde dell’unica farmacia di Saint Vincent non lampeggia più. A 64 anni è morto il titolare, il dottor Lorenzo Repetto, prima vittima del coronavirus tra i farmacisti. In Val d’Aosta molti lo conoscevano e gli erano affezionati. 
Anche lui – come i suoi colleghi delle 19.300 farmacie italiane - era da settimane in prima linea, in uno di quegli avamposti del sistema sanitario che un tempo si occupavano quasi esclusivamente di vendere i medicinali e misurare la pressione. Ora – in presenza dell’epidemia e dell’ansia che la accompagna, con i medici di base oberati di lavoro – la farmacia è sempre più spesso il primo presidio sanitario del territorio ed è al farmacista che tante persone si rivolgono per essere assistite, consigliate e confortate. 
Molti farmacisti si stanno organizzando per garantire la consegna a domicilio dei medicinali, con l’aiuto delle associazioni di volontariato. Altri, per far fronte alla carenza di disinfettanti, producono nei propri laboratori le preparazioni galeniche. Fanno in modo di non far mancare le bombole di ossigeno nelle case dei contagiati. Affiancano infettivologi e rianimatori. Non sono riusciti invece a risolvere il problema delle mascherine, di cui sono sprovvisti essi stessi, come molti medici e infermieri. Intervistato dal Quotidiano Sanità dice Andrea Mandelli, presidente dell’Ordine, che è difficileattivare fonti di approvvigionamento affidabili in un mercato che è preda di speculatori e millantatori. 
Le farmacie hanno 61 mila dipendenti, 3 su 4 sono giovani donne con una laurea specialistica. La loro ambizione sarebbe quella di rinnovare un contratto scaduto da 7 anni e di riuscire a guadagnare, un giorno, 10 euro l’ora. Finita l’emergenza sarà bene ricordarsene.

(© 9Colonne - citare la fonte)