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Criminalità: i possibili scenari
post emergenza sanitaria

Criminalità: i possibili scenari <br> post emergenza sanitaria

Piero Innocenti

(30 marzo 2020) Una volta superata la gravissima emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che ha già causato oltre diecimila morti (il numero più alto nel mondo), diffuso ansie e paure in tutto il Paese, sconvolta la vita di milioni di persone, cosa ci aspetta su un altro fronte, quello della criminalità, rimasta (quasi) completamente inoperosa per tanto tempo anche per le forti limitazioni alla libertà di circolazione? Rifletto su questo perché ho appena finito di leggere il report, di poche pagine, sull’andamento della delittuosità in relazione alla emergenza epidemiologica da Covid-19, redatto dal Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e relativo al periodo 1-22 marzo 2020. Uno scenario in cui si registra una netta diminuzione, meno 64,2%, dei delitti denunciati (52.596) in raffronto ai 146.762 delitti dello stesso periodo del 2019. 
Un calo significativo anche se, debbo dire, mi sarei aspettato decrementi percentuali ancor di più accentuati, almeno nelle regioni maggiormente colpite dall’epidemia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto), tenuto conto delle tempestive rigorose restrizioni nella libertà di movimento adottate, della chiusura di gran parte delle attività commerciali e della massiccia presenza su strada di personale delle forze di polizia, di quelle locali, di contingenti dell’esercito. Francamente, 2.701 furti nelle case, 2.162 borseggi e 2.868 furti su auto in sosta in un Paese sotto stretto controllo poliziesco e con poca gente in giro, non sono pochi. 
Nessuno, intendiamoci, pensava di vedere completamente annullati i delitti, neanche se fosse stato adottato il “coprifuoco” e si fosse davvero militarizzato tutto il territorio, come qualcuno, demagogicamente, sollecitava. La criminalità esiste, è una malattia di ogni società e non deve diventare un’ossessione. Resta da capire, tuttavia, cosa potrà accadere quando, terminata questa terribile esperienza, la criminalità comune (la grande criminalità continua sempre imperterrita anche nell’attuale emergenza) tornerà baldanzosa e pervasiva come sempre nelle strade e nelle città per recuperare il tempo perduto e tornare al “lavoro” quotidiano.
Temo che ci sarà molto da fare per le forze di polizia (le cui risorse umane sono ridotte, come è noto) e sarà necessario integrare ancor di più, magari con contingenti dell’esercito il dispositivo di sicurezza nazionale per un serrato controllo del territorio ai fini preventivi e repressivi. Già mi immagino, innanzi alla probabile recrudescenza di fatti criminali, le rinnovate iniziative da parte di gruppi di vicinato di fare la vigilanza nottetempo come è stato fatto fino ad un paio di mesi fa in molte città, prima che iniziassero i primi segnali della epidemia. Non mancheranno, statene certi, iniziative finalizzate a “richiamare in servizio “ (con un bando?) poliziotti e carabinieri in pensione da poco. Aumenteranno, di nuovo, le richieste di servizi di vigilanza privata, di montaggio di grate alle finestre, di porte blindate, di collegamenti di teleallarme alle centrali di polizia e carabinieri. Saranno “sconsigliati” gli arresti in flagranza di reato da parte della polizia giudiziaria e si cercherà di procedere a denunce in stato di libertà per non creare altri problemi ad un sistema carcerario perennemente in crisi per il sovraffollamento.
I magistrati aumenteranno le detenzioni domiciliari con tutto quello che comporta in termini di vigilanza da parte delle forze di polizia per verificare l’osservanza degli obblighi imposti stando in “casa” (da dove, spesso, si continua a delinquere come fanno molti spacciatori). Gli uffici e comandi delle forze dell’ordine, verosimilmente, si troveranno a fronteggiare un più consistente numero di denunce e querele presentate dai cittadini (nel 2018 e 2019, mediamente, sono stati 7.500 i reati denunciati giornalmente) dovuto alla accentuata “ripresa” delle attività delinquenziali, con la conseguenza che, spero di sbagliare, sarà difficile, salvo situazioni particolari, fare indagini approfondite per individuare i responsabili (attività già oggi non facile). 
Tanto più che, temo, le forze di polizia potrebbero essere chiamate a fronteggiare situazioni di tensione e di turbolenze in alcuni contesti territoriali del Paese in relazione alla gravissima situazione economica che si sta profilando e per la quale, sin da ora, si predispongono rimedi che speriamo possano essere sufficienti.

(© 9Colonne - citare la fonte)