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direttore Paolo Pagliaro

ACCUSE A RAFFICA
CONTRO BOLSONARO

I gravissimi problemi causati in Brasile dall’incidenza del Covid-19 stanno avendo anche dei forti contraccolpi a livello politico, e un vero e proprio cannoneggiamento di critiche si è levato negli ultimi giorni contro il presidente ultraconservatore Jair Bolsonaro, accusato di aver affrontato nel peggiore dei modi l’emergenza sanitaria. L'ex presidente di sinistra, Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010), sabato ha denunciato su Twitter "l'arroganza di un presidente che ha scelto di qualificare questo crudele virus come una piccola influenza, sfidando la scienza e persino morte, e che porterà nella sua anima la responsabilità di migliaia di vite perse”.

“Questa è la guerra più devastante che abbia mai colpito il nostro paese. La guerra della disattenzione, dell'assenza di politiche sanitarie, una lezione di disumanità”, gli ha fatto eco Marco Lucchesi, presidente dell'Accademia delle lettere brasiliana.

Alla salva di critiche si è unito anche L'ex ministro della Salute Luiz Henrique Mandetta, dimessosi ad aprile, per il quale l'atteggiamento di Bolsonaro è stato un "fattore importante" per il raggiungimento dei 100mila morti da Covid. "A questa catastrofe – ha detto Mandetta – hanno concorso una serie di fattori, ma quello del comportamento del presidente si è rivelato preponderante”. Secodno l’ex ministro, Bolsonaro col suo stesso comportamento avrebbe giustificato quello delle persone che non hanno rispettato né la quarantena né i gesti barriera, al contempo esercitando pressione sugli amministratori locali affinché non imponessero l’isolamento alla popolazione. Per Mandetta, il governo federale “ha rinunciato alla scienza” ed "è rimasto impantanato in un dibattito insignificante sulla clorochina". (10 AGO / deg)

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