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direttore Paolo Pagliaro

Studenti ‘inquieti’ ma disposti a seguire le norme anti-Covid

(28 agosto 2020) Le norme anti-Covid preparate per il ritorno in classe del 14 settembre alla maggior parte degli studenti sono “indigeste” ma in tanti sono comunque disposti ad accettarle, comprendendo le ragioni che hanno portato ad adottarle. Questo il succo di un sondaggio svolto da Skuola.net su un campione di 5mila ragazzi di scuole medie e superiori. Fino ad oggi, infatti, in tanti hanno parlato. Politici, esperti, sindacati, famiglie: tutti hanno detto la loro la loro, proponendo soluzioni su soluzioni. Un grande coro a cui è colpevolmente mancata la voce proprio degli studenti. Così il portale di riferimento degli studenti, a due settimane dal via, ha deciso di chiedere ai diretti interessati come giudicano il 'manuale' allestito dal ministero dell’Istruzione per il “back to school”.

Partiamo dall'aspetto che sta facendo discutere di più: il paventato obbligo di far indossare la mascherina agli studenti per tutta la giornata scolastica (se non si riesce a garantire il distanziamento). Nell'opinione pubblica è scontro aperto ma le divisioni non mancano neanche tra i ragazzi. Circa 1 su 3 si oppone in maniera netta dicendo di essere sicuro di non sopportarla per tutto quel tempo, mentre il 47% (la fetta più consistente) confessa il proprio disagio pur capendo il senso di un eventuale provvedimento in tal senso. Ma c'è un 20% che approverebbe in toto la scelta: con la mascherina si sente più protetto.

Dinamiche più o meno simili per quel che riguarda il distanziamento sociale. Analizzando le risposte si capisce che, pur non facendo i salti di gioia, i ragazzi non alzano un muro. Sull'ipotesi, ad esempio, di separare in gruppi le classi più numerose, il 27% dice che la vivrebbe malissimo mentre il 47%, pur non essendo d'accordo, si adeguerebbe. Stessa cosa sul divieto di stare a contatto diretto con gli altri: per il 22% non poter abbracciare i propri compagni (che spesso sono anche amici) per tutte quelle ore è una vera e propria tragedia ma per il 52% è un “trauma” che è disposto a superare per un fine più alto, ovvero preservare la salute.

Che il distanziamento non sia un problema così insormontabile ma, al contrario, l'unica cosa considerata in grado di contenere il contagio è ribadito dalle risposte date su un altro tema che ha fatto molto dibattere: l'adozione dei banchi singoli. Solamente il 31% è un inguaribile nostalgico e si dispera se pensa che dovrà fare a meno del proprio compagno di banco. Ma, tolti questi, la decisione trova larghi consensi tra i ragazzi: il 41% promuove a pieni voti l'eliminazione del banco doppio, il 28% ha un atteggiamento neutro. Anche perché c'è molta diffidenza sulle altre regole chiave, come quella che impone agli studenti di misurare la febbre ogni mattina prima di andare a scuola. Quasi 8 su 10 sono scettici: per gran parte di loro è facile prevedere che qualcuno non rispetterà la norma.

Per adesso, però, mancano notizie concrete su come avverrà davvero il ritorno tra i banchi. L’istituto scolastico infatti, in 6 casi su 10, ancora non ha contattato le famiglie per anticipare come intende applicare le regole di comportamento inserite nelle Linee Guida del Ministero. Così gli studenti stanno ricorrendo al fai-da-te: 8 su 10 si stanno attivando, più o meno intensamente, per cercare informazioni sulle novità previste per il rientro a scuola. Questo ovviamente può generare qualche grattacapo: 1 su 3 si dichiara infatti molto preoccupato, 1 su 2 moderatamente e solo 1 su 5 non sembra avere timori per il ritorno alla scuola in presenza.

Ecco perché, nella situazione attuale, un terzo dei ragazzi (34%) preferirebbe continuare solo con la didattica 'a distanza' e un altro 35% proverebbe da subito con la didattica mista (un po' a scuola e un po' a casa). Per tentare di scongiurare quello che immaginano oltre 9 su 10, ovvero che durante l'anno le scuole saranno costrette a chiudere nuovamente per l'impennata dei contagi (per il 37% è sicuro che accada).

Ma le sensazioni degli studenti, alla vigilia del “back to school”, sono molto più articolate; come mostrano i commenti che alcuni di loro hanno voluto condividere. C’è chi dice “spero solo che le scuole riaprano, dato che sono al primo anno di superiori, non ci tengo a conoscere i miei nuovi compagni per la prima volta attraverso uno schermo”. E chi, pur manifestando la paura del rientro, pensa che “andando avanti con la didattica a distanza si vada a creare un buco enorme; si può alleggerire quanto si vuole, ma lacuna dopo lacuna, mancanza dopo mancanza si arriva all'università e si sbatte contro lo scoglio, non possedendo tutte le competenze che si sarebbero assimilate andando a scuola normalmente”.

Ci sono, però, anche voci contrarie. Qualcuno, ad esempio, sostiene che “tornare a scuola non sarebbe la cosa giusta da fare; porterebbe ad un aumento incontrollabile di contagi in poco tempo e quindi a una futura chiusura delle scuole, cosa ovviamente non piacevole per nessuno; ritengo quindi che sia opportuno continuare per qualche mese con la didattica a distanza nella speranza della diminuzione o addirittura annullamento dei contagi; inoltre, credo che andare a scuola con tutte queste restrizioni porterebbe gli studenti a crisi nervose e a cattivi risultati”.

C’è chi si sofferma sul particolare: “passare la ricreazione seduti al proprio banco - dice un ragazzo - è di per sé come non farla, in quanto non ci si muove, non si può avere un contatto ravvicinato con i compagni, dal punto di vista sociale è come stare a casa soli. Per non parlare dell'enorme incoerenza riguardo alla faccenda: i ragazzi si incontrano nel doposcuola”. E chi allarga il discorso: “più che la scuola - sottolinea un altro - mi preoccupa tutto quello che ci sta intorno; io parto alle 6.50 di mattina, 45 minuti di autobus (probabilmente affollato), arrivi a scuola e per entrare ci sarà sicuramente molta gente, idem per uscire e alla fermata della corriera, e poi a scuola non puoi stare vicino ai tuoi compagni? capite anche voi che non ha senso”.

Qualcuno, infine, azzarda una proposta: “secondo me le scuole dovrebbero sfruttare la riapertura del primo settembre per valutare l'organizzazione degli spazi, degli studenti. Infine decidere per una riapertura o no, naturalmente in totale sicurezza e venendo incontro ai bisogni degli studenti, dei professori e di tutto il personale”.

 

(© 9Colonne - citare la fonte)