Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Pandemia, i nostri errori
nelle scelte e nella narrativa

Luciano Balbo

In tutta Europa è partita la seconda ondata che ha trovato le infrastrutture operative e la psicologia dei cittadini totalmente impreparati. Questo si è verificato per errori di scelte su come affrontare la pandemia e per errori di narrativa su come preparare le persone a convivere con il virus. La combinazione di questi due errori sta avendo un effetto perverso e drammatico. 

Gli errori di scelte operative 

Il lungo lockdown aveva ridotto al minimo i casi di positività e di conseguenza anche i ricoveri e le morti. A questo punto si è gradualmente liberalizzato tutto l’ attività economica e soprattutto gli spostamenti a ogni titolo riducendo sostanzialmente le precauzioni e avendo come unica strategia dichiarata di mantenere una bassa pressione sull’attività ospedaliera di ricovero e terapia intensiva.  

Ci si è totalmente dimenticati che l’andamento della pandemia è totalmente noto e che essa è soggetta ad una crescita esponenziale dove la ripidità della curva è solo legata alle precauzioni (mascherine, affollamenti ect ect) che vengono presi: evidentemente maggiori sono le precauzioni più lenta è la crescita perché la pancia della curva esponenziale è più aperta. Pertanto a partire da Giugno si è vista una situazione di numeri stabili all’inizio e in lenta crescita a partire da settembre. Questi numeri sono stati interpretati, in modo grossolanamente errato, come capacità di controllo della situazione. Invece quello che è successo è che il numero iniziale molto basso di positivi e un buon livello di precauzione assunto soprattutto dagli anziani ha fatto sembrare lineare la crescita anche perché ad ammalarsi erano soprattutto i giovani e quindi per un certo periodo alla crescita dei positivi non è corrisposto una crescita delle ospedalizzazioni. Quindi l’analisi dei dati è stata grossolanamente sbagliata dimenticandosi che l’analisi va fatta longitudinalmente nel tempo e si è addirittura arrivati a dire, senza alcun fondamento, che ci trovavamo di fronte ad una situazione diversa. Le poche voci contrarie sono state zittite nel trionfo dell’ignoranza.  

La scelta di attuare una strategia orientata al controllo dell’impatto sugli ospedali è totalmente sbagliata. Infatti, per quello che si è detto prima, quando l’esponenziale si impenna in poco tempo, come si sta vedendo, si passa da assenza di pressione sugli ospedali ad un elevato impatto e quando, a questo punto, si prendo delle misure restrittive è sempre troppo tardi perché lo sviluppo della malattia è già in grande crescita e queste misure non riescono ad arrivare in tempo per frenare la pressione sanitaria, anche perché gli avvenimenti delle settimane successive alle restrizioni sono legate ai comportamenti precedenti e quindi si continua a rincorrere la pendemia invece di anticiparla…e la partita è persa.   

Quindi vi  stata una gestione basata su un modello errato e adottata per ignoranza e per comodità di consensi.  

Esisteva ed esiste una strada alternativa per combattere la pandemia. Questa strada è la soppressione e cioè, una volta che i casi sono ridotti al minimo, come eravamo a giugno/luglio, bisognava applicare queste regole  

  1. Continuare a tenere un maggior controllo degli spostamenti in particolare dei movimenti da e verso l’estero. 
  2. Fare un tracciamento totale sistematico e obbligatorio per poter identificare tutti i casi e tenere il controllo effettivo del numero dei casi e, attraverso restrizioni nei movimenti dei cluster  chi era stato in contatto con i positivi e con blocchi locali dove i cluster si verificavano mantenere il numero dei casi sotto controllo. 

Anche senza considerare Cina e Vietnam che hanno governi dittatoriali, basta osservare Taiwan, Corea ,Giappone e Singapore per constatare il successo di questa strategia. Infatti loro sono riusciti a tenere nel tempo il numero dei positivi e dei morti sempre basso e solo con punte di crescita di pochi giorni che venivano soppresse attraverso un tracciamento e forme di quarantena molto forti. 

Questo dimostra inoltre che non vi è un trade-off tra economia e salute come è stato pensato in tutta Europa. Infatti a fronte di un maggior sacrificio iniziale per sopprimere il virus il suo mantenimento a livello minimo permette dopo di ritornare ad un attività economica piena ed anche a spostamenti e attività di svago quasi normali.  Le economie asiatiche stanno godendo di un ritorno quasi alla normalità dell’andamento economico e dei comportamenti delle persone.  

È evidente che questa scelta è anche figlia di una cultura del mondo asiatico, ma è altrettanto evidente che nel nome della parola libertà in occidente si sono fatti scudo gli interessi di alcune categorie, ma soprattutto si è totalmente travisato il concetto stesso di libertà e la resistenza al tracciamento è frutto di tale cattiva interpretazione di cosa sia la libertà, ma anche dell’ assenza di coraggio, di leadership e di intelligenza non solo dei politici ma anche di tutte le classi dirigenti. Anche perché ora, nel nome di una libertà presunta, ci troviamo davvero privati della nostra libertà avviandoci ad un nuovo lockdown.  

 

Gli errori di narrativa  

Essi derivano totalmente dagli errori di impostazione sopra descritti. Questo ha portato innanzitutto a enfatizzare l’alternativa economia/salute quando era disponibile una strada diversa e verificata.  

L’errore di strategia ha da un lato fatto crescere delle opinioni e narrative infondate, ma soprattutto ha dato spazio ad una minoranza “negazionista” che non è mai stata contrastata con logica e chiarezza.  

Di tutto questo non sono responsabili solo i politici ma tutti quelli che hanno avuto un ruolo pubblico, incluso i media. 

Questa narrativa sbagliata trova l’intera società e l’opinione pubblica impreparata, smarrita, e ora anche terrorizzata dall’essere passati da un cauto ottimismo alle prospettive più nere senza chiarezza di come debba essere affrontato il futuro. È la stessa sensazione che può avere un giocatore di Monopoli che cadendo sulla casella sbagliata deve ritornare al via perdendo tutti i suoi investimenti fatti sui suoi terreni. 

E comunque se L’Europa non riesce a seguire l’esempio asiatico in nome della libertà, almeno sarebbe stato piu’ onesto evitare questa narrativa menzognera e almeno preparare le persone dicendo che la seconda ondata non è un castigo divino, ma il frutto dei nostri comportamenti. Invece ora che siamo terrorizzati e impreparati la gente di girono schizofrenica vorrebbe poter fare quello che vuole e la garanzia che di essere curata immediatamente. Una società in cui il vertice è irresponsabile genera cittadini irresponsabili 

L’unico modo per affrontare il futuro è andare oltre la gestione dell’emergenza e costruire una strategia e una narrativa adeguata prendendo atto dei fallimenti. La premier neozelandese si è presa le sue responsabilità rischiose e gli elettori alla fine l’hanno premiata.  

 

* Luciano Balbo è Fondatore di Oltre Venture, presidente del Centro Medico Santagostino 

(© 9Colonne - citare la fonte)