di Paolo Pagliaro

(30 ottobre 2020) Le ottime notizie giunte oggi sul fronte macroeconomico suonano beffarde, perché fotografano una ripresa che purtroppo è destinata a interrompersi. Secondo i dati forniti da Eurostat, nel complesso dell’area della moneta unica il terzo trimestre dell’anno ha visto una forte crescita del Pil con un più 12,7% rispetto ai tre mesi precedenti. L’incremento più significativo è stato il 18,2% della Francia, seguito da quelli di Spagna e Italia, dove il Pil ha fatto un balzo del 16,1%, circa il doppio che in Germania. Naturalmente resta negativo il saldo anno su anno, che per la nostra economia è del 4,7%. Con la ripresa dei contagi e con i nuovi lockdown sembra ora inevitabile, un nuovo rallentamento dell'attività economica e dei consumi 
D’altra parte non ha suscitato entusiasmo, sentimento che i giornali finanziari misurano in Borsa, neppure il più 33% del pil degli Stati Uniti, annunciato ieri e presentato da molti commentatori come l’argomento decisivo per spianare a Trump la strada della riconferma. 
Come spiega oggi il quotidiano MF, anche negli Stati Uniti gli investitori (e si suppone anche i cittadini) sono in realtà assai preoccupati per l'impatto che la seconda ondata della pandemia e i blocchi invernali avranno sulle economie già martoriate dalla prima ondata. Quanto al balzo del pil dell'ultimo trimestre, esso non maschera il fatto che rispetto allo stesso periodo del 2019 l'economia americana si è effettivamente contratta di quasi il 3.