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Usa 2020, Trump o Biden? Il voto spacca anche gli italiani a New York

Usa 2020, Trump o Biden? Il voto spacca anche gli italiani a New York

In queste ore le tre comunità di italiani che vivono a New York hanno sentimenti diversi rispetto ai risultati delle elezioni per il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Ci sono gli accademici, docenti e ricercatori che sono molti e ben integrati; c’è la comunità italiana storica, fatta di emigrati di prima e seconda generazione e poi ci sono gli “expat”, i giovani che hanno scelto di vivere all’estero, studenti e professionisti, italiani a tutti gli effetti. Di loro e dei loro umori sull’esito delle elezioni per la Casa Bianca 9colonne ha parlato con Stefano Albertini, docente di letteratura italiana e direttore della casa Zerilli Marimò, la sede degli studi d'italiano dell’Università di New York, punto di riferimento per tutte le Comunità italofone. “La comunità accademica – dice Albertini - è per la stragrande maggioranza pro Biden, senza alcun dubbio. Parlo sia dei professori sia degli studenti. Ho potuto fare nei giorni scorsi una chiacchierata con questi ultimi alla NYU durante la lezione nel corso su Machiavelli e il pensiero politico del Rinascimento. Ho chiesto loro cosa pensassero delle elezioni e dei due candidati. E’ emerso un interesse altissimo, una forma di passione civile che mi è sembrata intensa e sincera, e speranze sui risultati. Tra i temi che gli studenti hanno dichiarato essere tra i loro interessi c’erano quelli economici, i valori morali, i diritti umani. La platea degli iscritti all’università è palesemente pro Biden. Tra i giovani, tra i ventenni delle diverse realtà urbane che compongono New York, è davvero difficile trovare qualcuno pro Trump o che sia disposto a rendere pubblica la sua preferenza per il presidente uscente. Di solito i pro-Trump sono maschi bianchi con motivazioni di tipo economico”.

Spiega Albertini che un sentimento simile a quello della maggioranza dei giovani si trova anche tra i professori e i ricercatori, che hanno sempre visto in Trump un nemico della ricerca scientifica, degli intellettuali, di chi legge i libri. Decisamente il presidente non ha amici nella comunità accademica della Grande Mela. “Per gli italo americani la questione è un po’ diversa perché – aggiunge il direttore della casa italiana Zerilli Marimò – se un tempo c’era un voto ‘italoamericano’ come c’era un voto ‘cattolico’, e le due cose coincidevano, ora queste appartenenze non ci sono più o non sono più vissute come tali. La comunità segue gli umori della classe media bianca di cui fa parte. Non ci sono più delle linee chiare di demarcazione. La vulgata vuole che la comunità storica sia più conservatrice e dunque pro Trump, ma c’è una parte, importante, di figli dei figli degli emigrati che si riconoscono più in una cultura generazionale che non in quella etnica o di origine nazionale: e questi sono pro Biden”. Ovviamente tra i frequentatori della casa Zerrilli Marimò c’è anche chi sostiene Trump. “Tra gli italiani di ultima generazione, gli expat, le simpatie per l’uno o per l’altro candidato sono in genere determinate dalle simpatie politiche coltivate in Italia e dunque hanno poco a che fare con la politica americana”. La vittoria di Biden rappresenterebbe quindi un buon risultato, soprattutto per la comunità accademica che si è sentita in questi anni molto penalizzata dalla politica di Trump. “Il ‘ban’ sui Paesi islamici ha impedito a molti studenti di venire anche se avevano già il visto; molti ragazzi di tutto il mondo hanno così dovuto fare i conti con l’aspetto più arcigno dell’amministrazione Trump. Anche per questa ragione Trump è visto dalla comunità degli studenti e più in generale dalla comunità accademica come un pessimo presidente”. (Sab - 5 nov)

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