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direttore Paolo Pagliaro

Nella stagione
della post-politica 

di Paolo Pagliaro

(27 gennaio 2021) Salvini voleva le elezioni e ha fatto nascere un altro governo. Renzi voleva un altro governo e rischia di provocare nuove elezioni. E’ difficile il mestiere del leader nella stagione della post politica, quella che da una trentina d’anni decide in Italia gli affari pubblici dopo essersi sbarazzata di ideologie, appartenenze e memoria. La post-politica, titolo di un pamphlet pubblicato in questi giorni da Fabio Salamida per le edizioni Cooper, è una degenerazione del rapporto tra l’uomo e il potere: un rapporto ora diventato sbrigativo e insofferente, che non conosce mediazioni e tempi lunghi, si nutre di consenso ottenuto con ogni mezzo e sostituisce gli uffici studi con gli uffici stampa. La post-politica nasce dalla delegittimazione della politica, e prevede che non siano più i partiti ad esprimere i leader ma che siano i leader a creare i partiti.
 Cosa che prima o poi potrebbe accadere con l’attuale presidente del consiglio. Non sarebbe la prima volta, nella storia recente. Come ha ricordato su in piu.net il sociologo Giuseppe Roma , ci sono almeno due casi, relativamente recenti, di capi del governo cosiddetti "tecnici" che hanno fondato un proprio partito. Lamberto Dini dopo essere stato al potere per 387 giorni, con il suo Rinnovamento Italiano, alle elezioni del 1996, prese il 4,3%, alleato con socialisti e Patto Segni. Fece molto meglio Mario Monti, che dopo 529 giorni di governo, alle elezioni del 2013 ottenne, con la sua Scelta Civica, l'8,3% alla Camera e il 9,1% al Senato. Due precedenti che Giuseppe Conte certamente non ignora, anche se è probabile che i suoi obiettivi siano più ambiziosi.

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