Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Covid-19, il j’accuse
di Luca Ricolfi   

Covid-19, il j’accuse <br> di Luca Ricolfi   

di Paolo Pagliaro

(1 febbraio 2021) Stando ai resoconti, sembra di capire che la politica sanitaria non sia al centro delle discussioni tra i partiti invitati a formare il nuovo governo, molto occupati a spartirsi i posti. Eppure un dibattito pubblico e approfondito sulla strada da prendere per evitare una nuova catastrofe pandemica, la temuta terza ondata, sarebbe invece urgente. 
 Mentre da noi si riduce il livello di allarme e quasi tutte le regioni finiscono in un’amichevole zona gialla, in altri Paesi sta infatti accadendo il contrario. La Germania ha adottato misure più restrittive , dopo che a Berlino si sono registrati i primi casi della cosiddetta variante inglese che rende il coronavirus più contagioso. Per la stessa ragione è allarme rosso in Danimarca. Anche lì la curva sembra in discesa ma il timore è che si tratti di un segnale ingannevole. Secondo l’istituto di ricerca che a Copenaghen consiglia il governo “siamo sulla spiaggia e all’improvviso ci accorgiamo che l’acqua si ritrae. Poi arriva l’onda che ci travolge”. 
In Italia non mancano inviti qualificati a ripensare le politiche di contenimento della pandemia. Sta facendo discutere, in particolare, un libro della Nave di Teseo – “La notte delle ninfee” - firmato dal sociologo Luca Ricolfi: sono 200 pagine di critiche impietose al modo in cui è stata gestita l’emergenza. 
 Nessun paese europeo, osserva Ricolfi, è stato in grado di seguire il modello asiatico – fatto di chiusura delle frontiere, mascherine obbligatorie, tracciamento elettronico, quarantene rigide – ma diversi stati hanno fatto molto di più dell’Italia per contrastare il virus e salvare l’economia. L’ultimo errore sarebbe ora quello di minimizzare i segnali di pericolo nell’attesa messianica di un vaccino.

(© 9Colonne - citare la fonte)