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direttore Paolo Pagliaro

Addio populismo
e addio popolo?

di Paolo Pagliaro

La bicicletta elettrica Pedego Conveyor è in vendita a 4995 dollari, la mette in commercio un’azienda californiana, ma la bici è assemblata a Shangai, tre quarti dei suoi cinquanta componenti arrivano dalla Cina e il resto da altri Paesi. C’è la catena che arriva dalla Gran Bretagna, il cavalletto e il sellino dall’Italia, il motore elettrico e il display dalla Germania, le luci dall’Olanda, i sensori dalla Repubblica Ceca, gli pneumatici dall’Indonesia, i pedali da Taiwan, i cerchioni dal Giappone. Riassunta in questa biciletta c’è la filosofia della globalizzazione, che ha cambiato il nostro modo di vedere il mondo e di starci, con le conseguenze   che Stefano Feltri indaga in un libro dedicato al populismo, al suo declino e a ciò che verrà dopo.  Dal Sudamerica all’Europa, passando per Washington,  la  stagione dell’illusione populista, nota Feltri,  ha proposto  una nuova normalità, fatta di partiti di protesta che accettano i compromessi necessari per governare e partiti tradizionalmente di governo che adottano linguaggio e metodi della politica di protesta. L’Italia, anche per questo aspetto, è stato un caso di scuola.  

Ora si tratta di guardare avanti e secondo il saggio pubblicato da Einaudi con il titolo “Tornare cittadini” non necessariamente sulle macerie del populismo si affermerà una nuova destra. I conflitti potrebbero invece riguardare questioni come l’ambiente, lo strapotere dei monopoli, l’iniquità del sistema fiscale.   Allora cesseremo di essere popolo ostaggio delle retoriche sovraniste   per riscoprirci, appunto, cittadini con interessi spesso diversi. Capaci, come ha fatto Greta Thunberg, di riportare nella politica un conflitto che è anche tra generazioni.  

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