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direttore Paolo Pagliaro

Nel Piano di ripresa
manca qualcosa 

Nel Piano di ripresa <br> manca qualcosa 

di Paolo Pagliaro

Nel giorno in cui il Centro Astalli pubblica il suo rapporto sulla condizione dei rifugiati in Italia, sul Sole 24 ore l’economista Innocenzo Cipolletta lamenta il fatto che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non preveda significativi investimenti in progetti di integrazione degli immigrati nati o radicati nel nostro paese. Progetti fatti di istruzione, assistenza, abitazioni, ricongiungimenti familiari, concessione della cittadinanza. Cipolletta (che tra i vari incarichi è anche presidente dell’associazione tra le società per azioni) sostiene che la risposta alla caduta della natalità non può ridursi a indurre più donne a fare più figli, ma deve affidarsi a politiche che alzino il tasso di attività del Paese: una buona integrazione degli immigrati è una di queste politiche. Integrazione significa cose molto concrete: imparare la lingua, istruirsi, lavorare. E’ ciò di cui si occupa il Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati, che l’anno scorso ha risposto alle necessità di circa 17mila migranti forzati, di cui 10mila solo nella sede di Roma. Nel rapporto annuale, la parola chiave è integrazione. Si può declinare in molti modi: può essere un corso d’italiano o di inglese o di informatica, può essere l’esame per la patente, l’acquisto di un computer, un contratto di apprendistato. Nelle città in cui il centro dei gesuiti è attivo, molte centinaia di rifugiati sono state messe nelle condizioni di badare a se stesse, sono diventate autosufficienti. Pur nell’emergenza della pandemia, non si è smesso di costruire, anche in questo caso anticipando quello che prima o poi, con ben altri mezzi, dovrà fare lo Stato.

(© 9Colonne - citare la fonte)