di Paolo Pagliaro

Una inedita e gigantesca redistribuzione dei redditi verso il basso: questo sta facendo il nuovo presidente americano Joe Biden, che – rompendo il tabu delle tasse sui patrimoni - ha chiamato i ricchi e le grandi imprese a finanziare gli sforzi di ricostruzione del paese. Ogni famiglia che vive in virtù d’un unico salario riceverà più di 12mila dollari. La povertà infantile verrà ridotta del 50 per cento grazie a sussidi in parte destinati a diventare permanenti. 
In Europa accade qualcosa di altrettanto clamoroso: con il Recovery Plan e il debito comune non solo si assiste a una brusca sconfessione delle retoriche sovraniste, ma soprattutto si scopre l’importanza di un massiccio intervento pubblico in economia, all’insegna di parole d’ordine come coesione e solidarietà sociale. 
Se – come sosteneva Bobbio - la differenza tra destra e sinistra sta ne diverso atteggiamento verso l’idea di uguaglianza, possiamo dunque dire che dopo anni di trionfi della destra populista, all’improvviso, per difendersi dalla pandemia, il mondo ha scelto di andare a sinistra. Per i dettagli si può leggere Maurizio Ricci sul Diario del Lavoro. 
Si tratta sicuramente di una buona notizia per i giornalisti e i lettori del Manifesto, il quotidiano ostinatamente comunista che in questi giorni compie 50 anni e li festeggia aprendo anche ai non abbonati il suo sito. Loro, citando Brecht, si vantano di essere sempre stati dalla parte del torto, ma è un vezzo che i fatti talvolta smentiscono.