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direttore Paolo Pagliaro

Il lavoro che manca
e quello che ci sarebbe

Il lavoro che manca <br> e quello che ci sarebbe

di Paolo Pagliaro

Il paradosso del Primo Maggio di quest’anno, che è caduto di nuovo in piena emergenza pandemica, sta tutto in due numeri: il primo riguarda l’aumento dei disoccupati e di coloro che stanno per diventarlo.  Il secondo ci dice quanti sono i posti di lavoro che restano scoperti per mancanza di candidati in possesso delle qualifiche richieste.

Secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sono 1 milione e 800 mila gli occupati che non lavorano perché interessati da sospensioni di attività o cassa integrazione. A questi va aggiunto un altro milione di persone che mette nel conto di perdere il lavoro nei prossimi mesi.  Nessuno, poi, sa con precisione quale sarà l’impatto dello sblocco dei licenziamenti. Aumenta il divario tra lavoratori protetti e non, tra profili ad alta e bassa qualificazione. Per questi ultimi è molto alto il rischio di finire ai margini.

Questo scenario, emerso durante il recente Festival del lavoro, si completa con i dati forniti dall’Inapp – l’Istituto per l’analisi delle politiche pubbliche – secondo cui in questo momento sono oltre 73mila i posti non coperti, Un fenomeno che si è aggravato quando con la pandemia molte imprese hanno deciso di puntare sul digitale e sul commercio elettronico, ma non sono riuscite a trovare i tecnici informatici in grado di accompagnarle in questa trasformazione.  Secondo lo studio dell’Inapp ci sono migliaia di impieghi in attesa di personale qualificato nel settore meccanico, nei servizi legati al benessere, nell’edilizia e nella logistica.  C’è invece sovrabbondanza di aspiranti ristoratori o gestori di B&B.

(© 9Colonne - citare la fonte)