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direttore Paolo Pagliaro

Fiducia nei medici
(quando si trovano) 

Fiducia nei medici <br> (quando si trovano) 

di Paolo Pagliaro

La pandemia ha spazzato via molti pregiudizi. Ci siamo accorti che non ci sono paesi più o meno forti, più o meno reattivi, più o meno virtuosi. Quanto all’Italia, abbiamo preso atto che non ci sono città, regioni o territori geneticamente più efficienti di altri. Di fronte alla necessità della competenza nella gestione della crisi si è poi miseramente infranta l’idea che “uno vale uno”. 
Sono alcune delle conclusioni a cui giunge Gian Maria Fara, presentando il nuovo Rapporto Eurispes, che da oltre trent’anni segnala gli umori e i cambiamenti della società italiana. La ricerca di quest’anno è ovviamente segnata dall’emergenza coronavirus che – spiega il sociologo - ha messo in evidenza errori storici, come ad esempio lo smantellamento dei presidi sanitari territoriali. 
In uno dei paragrafi dedicati alla sanità, la ricerca racconta le difficoltà degli italiani nel rapporto con il loro medico di base. Solo sei su 10 hanno pensato di rivolgersi a lui per avere consigli su terapie e vaccini anti Covid. Molti assistiti hanno avuto il sostegno che cercavano, ma il 20% ha trovato la porta chiusa o il telefono staccato. C’è da dire che la fiducia nei medici esce rafforzata dall’anno di pandemia. Il 66% dei cittadini è convinto che i medici italiani siano i migliori al mondo e il 62 pensa che dovrebbero essere pagati meglio. Più di un italiano su tre definisce eroico il modo con cui loro e gli infermieri stanno gestendo l’emergenza in corsia. Per la prima volta, nell’indagine dell’Eurispes, è stato chiesto ai cittadini di esprimersi sul ruolo e la figura dei presidenti di Regione, da cui dipende la sanità: qui invece il giudizio cambia, e le bocciature prevalgono.

(© 9Colonne - citare la fonte)