Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

75 anni fa
la nuova Italia 

di Paolo Pagliaro

A Roma, al numero 51 di Via della Ferratella in Laterano, ha i suoi uffici la “Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e della dimensione partecipativa delle nuove generazioni”. Si chiama proprio così l'ente pubblico a cui da una decina d’anni è affidato il compito di tener viva la memoria di ciò che siamo stati, missione strategica in un Paese con un’identità ancora così fragile.
Nonostante il fardello del nome, la Struttura si muove con efficienza. L’ultimo investimento è quello che ha consentito a 30 ricercatori di portare a termine uno studio triennale riguardante la nascita, la storia e le memorie della Repubblica. Il risultato si chiama 2 Giugno ed è un’opera in sei volumi curata da Maurizio Ridolfi e pubblicata dall’editrice Viella. Promosso dalla Società italiana per lo studio della storia contemporanea, il progetto editoriale individua nel referendum istituzionale di 75 anni fa l’evento che chiuse la transizione dopo la fine della dittatura fascista accreditando l’immagine della “nuova Italia” anche nel contesto internazionale. Fu il momento clou di quel processo di invenzione della democrazia che si rafforzò con la legittimazione popolare della Costituente, per la prima volta anche grazie al voto delle donne, e la stesura della Costituzione. 
Fa buon uso degli anniversari anche un altro libro intitolato “2 giugno 1946” e pubblicato da Bollati Boringhieri. Federico Fornaro – studioso di storia e parlamentare della sinistra – mette a fuoco il ruolo avuto da De Gasperi e Togliatti, ma soprattutto da inglesi e americani nella svolta referendaria che Piero Calamandrei riassunse così: “Mai nella storia è avvenuto, né mai ancora avverrà che una repubblica sia stata proclamata per libera scelta di popolo mentre era ancora sul trono il Re.

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