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Schiavone (CGIE): Abbiamo perso una grande occasione

“Sono convinto che all’improvviso c’eravamo illusi di aver toccato il cielo con un dito, perché ancora fino a qualche mese fa, gli italiani all’estero avevano nelle stanze dei bottoni un proprio rappresentante nato e cresciuto in America Latina, e dunque un degno e rispettoso rappresentante, ma questo non ha portato i risultati sperati. Abbiamo sprecato una grande occasione perché mentre la politica italiana perde di rappresentatività e di credibilità, purtroppo il poco peso dei parlamentari della circoscrizione estero nelle decisioni ci pone di fronte all’irrilevanza, e quindi se non si verificherà un soprassalto di responsabilità ci avvieremo sulla strada del declino”. Lo dice in un’intervista rilasciata a Giovanna Chiarilli per La Gente d’Italia, giornale online per gli italiani nel mondo, il Segretario Generale del Cgie Michele Schiavone. Al quotidiano indipendente fondato nel 1999 da Maria Josette Caprio e Domenico Porpiglia, Schiavone spiega: Ci rendiamo conto che in realtà occorre davvero uno spirito e un impegno aggiuntivo e decisivo che non possono solo ed esclusivamente essere esercitati dai Comites, dal CGIE e dalle Associazioni. Questo mondo, come ho già affermato in altre occasioni, ha bisogno di rigenerarsi e potrà farlo soprattutto se le sue istanze, le proposte vengono recepite e portate avanti in maniera sincronica anche da parte dei parlamentari eletti all’estero. Oggi assistiamo purtroppo ad un assenteismo di gran parte di questi eletti. Non possiamo non prendere atto di atteggiamenti controversi e diciamo contrastanti per semplici questioni di prestigio personale che vanno al di là del mandato conferito. E allora se gli italiani all’estero devono continuare a soffrire soprattutto perché non si hanno rappresentanti… diciamo forti, capaci, a questo punto bisognerà rivedere anche la presenza dei parlamentari esteri. Senza sottovalutare il fatto che qualcuno, da qualche anno ha cominciato, anche in maniera furbesca e opportunistica, ma io credo provocatoria, a pensare che con la riduzione in seguito al referendum che prevede 12 parlamentari esteri rispetto agli attuali 18, sia arrivato anche il momento di chiudere questa parantesi visto che in realtà non avrebbe portato i risultati sperati. Ma sappiamo anche che spesso sono gli uomini e le donne che fanno la storia, e noi ci aspettiamo che la storia degli italiani all’estero venga scritta da donne e uomini coraggiosi, intraprendenti e capaci e non da scaldasedie, perché a quel punto sono percepiti e risultano solo dei numeri, rappresentanti di loro stessi. Questa – continua il segretario del  Consiglio Generale degli Italiani all’Estero  - è sicuramente una lezione che dobbiamo tener ben presente per migliorarci, per scegliere meglio i nostri rappresentanti in futuro, per ritornare ad avere uno spirito di lavoro unitario che premi i migliori, e soprattutto che la delega non sia una delega in bianco a chi ci rappresenta, ma una delega per rispondere a programmi, iniziative e proposte che vengono dai territori”. (red – 21 giu)

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