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direttore Paolo Pagliaro

Cosa ci lascia
Angela Merkel

di Paolo Pagliaro

Stavolta se ne va davvero, Angela Merkel, ed è questa – più che il nome del successore - la notizia. Della cancelliera si è detto che durante i 16 anni del suo mandato, da buona protestante ha sempre preferito il Mercoledì delle Ceneri al Martedì Grasso. Ma va aggiunto che ha saputo combinare il rigore con una calcolata clemenza su temi decisivi come la crisi dell’euro e quella dei profughi. E’ soprattutto grazie a  Merkel che l’Europa ha potuto superare i passaggi più impervi, dalla Brexit ai rifugiati, dall’Ucraina ai gasdotti. In “Goodbye, Merkel” – pubblicato dalle Edizioni del Capricorno - Alessandro Politi e Letizia Tortello, con il contributo di Gian Enrico Rusconi e Lucio Caracciolo – spiegano cosa sta perdendo la buona politica.
Un altro esperto di cose tedesche, Paolo Valentino , dedica un capitolo del suo libro “L’età di Merkel”, edito da Marsilio, al rapporto della cancelliera con l’Italia, paese dove lei passa le vacanze ma del quale non capisce le complicate dinamiche politiche. Merkel non è mai veramente riuscita a legare con i leader italiani anche perché loro non le hanno lasciato il tempo. Da quando guida la  Germania ne ha visti passare ben otto, in rappresentanza di dieci governi, tanti quanti i cancellieri tedeschi in settantadue anni: Prodi, due volte Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, due volte Conte e Draghi.
Anche per la sua stabilità la Germania è oggi il modello da imitare. Per i dettagli può essere utile, oltre che divertente, la lettura di un saggio del giornalista britannico John Kampfner che ha fatto arrabbiare i suoi connazionali filo Brexit visto che il titolo del libro, riproposto da Garzanti, è  “Perché i tedeschi lo fanno meglio” .  

(© 9Colonne - citare la fonte)