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direttore Paolo Pagliaro

SASSOLI: NIENTE FONDI
A PAESI POPULISTI

“La democrazia non si conquista una volta per sempre”, “richiede una cultura, un'etica condivisa” e “la prospettiva della fortezza blindata rischia solo di marginalizzare l'Unione. Ormai i nostri paesi sono già dei vasi comunicanti. Come si trasmette il virus, si trasmettono qualità, diritti, esperienze, stili di vita. Costruire l'Europa vuol dire far crescere la qualità e farla diventare cultura condivisa”. Così, in una intervista a Repubblica, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, commenta la decisione della Corte costituzionale polacca sul muro antimigranti e ribadisce che “la supremazia dei trattati europei è indiscutibile” e “dev’essere chiaro che il primato del diritto europeo sul diritto nazionale non può essere messo in discussione”. Quindi sottolinea che “il Parlamento europeo ha reagito in modo molto fermo. La presidente Von der Leyen è stata molto netta, così come alcuni stati membri. Ma vorremmo avere parole chiare anche dalla presidenza di turno slovena e dalla Presidenza del Consiglio europeo”. Intanto precisa che, come previsto dall'articolo 7 dei trattati europei che prevede la sospensione dell'adesione all'Ue, “l'Unione ne ha già avviato la procedura di attivazione nei confronti della Polonia. La Commissione è impegnata in un negoziato con le autorità polacche proprio sui principi fondamentali, il cui mancato rispetto rischia di bloccare l'approvazione del piano di ripresa della Polonia. Il Parlamento europeo si è battuto per l’adozione del regolamento che condiziona l'attuazione del bilancio al rispetto dello stato di diritto: penso sia il momento di valutarne l'applicazione concreta”. “Nell'89 ero a Berlino insieme a tanti ragazzi a picconare il muro che divideva la città – prosegue -. Adesso, oltre 30 anni dopo, devo ascoltare leader europei proporre di alzarne di nuovi. C'è un degrado morale in tutto questo che mette seriamente in pericolo i valori della democrazia europea”, “l'Unione non può diventare una fortezza contro la povera gente che scappa per la guerra, la fame o da regimi infami. Sarebbe smentire la nostra storia, la nostra identità di terra libera, di società aperta, accogliente. Proteggere i nostri confini, specie quando sono minacciati da regimi autoritari, è un dovere nei confronti dei nostri cittadini, ma alzare muri contro persone disperate sarebbe rinnegare i nostri valori e perdere la nostra umanità”, “l'unica soluzione è una politica comune europea che salvaguardi il diritto d'asilo e regoli i flussi migratori. I Paesi di frontiera non possono essere lasciati da soli a gestire questi fenomeni e ne sa qualcosa anche l'Italia”. (9 ott – red)

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