Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Gli Stati Uniti scoprono il terrore nucleare

28/3/1979

Gli Stati Uniti scoprono il terrore nucleare

Alle 4 del mattino del 28 marzo 1979, il più grave incidente nella storia della industria nucleare degli Stati Uniti inizia quando si blocca una valvola di pressione presso l'Unità-2 del reattore di Three Mile Island, costruito su un banco di sabbia sul fiume Susquehanna in Pennsylvania, a soli 10 km da Harrisburg. Ciò porta al prosciugamento dell'acqua di raffreddamento ed al surriscaldamento del nucleo. Entrano immediatamente in funzione le pompe di raffreddamento di emergenza. Sistemi che sarebbero bastati a fronteggiare l’emergenza, senonché nella sala di controllo, per una erronea lettura dei dati, si dispone lo spegnimento del sistema idrico di emergenza. Il reattore viene quindi chiuso, ma il calore residuo del processo di fissione non si ferma. All’amba il nucleo si era riscaldato a più di 4.000 gradi, solo 1.000 gradi dal punto di esplosione. Mentre i tecnici faticano a capire cosa stia succedendo, l'acqua contaminata rilascia gas radioattivi. Poco dopo le 8 del mattino la notizia dell’incidente inizia a diffondersi. I responsabili dell’impianto invitino alla calma, sostenendo che non vi è stata una contaminazione esterna. Solo alle 8 di sera si decidono a riavviare le pompe di raffreddamento e la temperatura e la pressione nel reattore, ormai ad un’ora dal collasso, iniziano a calare. Oltre la metà del nucleo aveva fuso, ma non aveva rotto il suo guscio protettivo, e quindi non si era avuta nessuna fuga di radiazioni. La crisi sembrava apparentemente finita. Ma due giorni dopo, però, il 30 marzo, si scopre che una fuga di radiazioni c’era stata. Si scopre che una bolla di gas idrogeno, sviluppatasi in presenza del vapore surriscaldato nel reattore, era in parte esplosa liberando una piccola quantità di radiazioni nell'atmosfera. L'esplosione non era stata registrata, scambiandola per la chiusura di uno sportello di ventilazione. Gli abitanti vengono invitati a rimanere in casa, in particolare le donne incinte e i bambini entro un raggio di cinque miglia dalla centrale. La notizia scatena il panico e in pochi giorni oltre 100mila persone fuggono dalle loro case. L’1 aprile il presidente Jimmy Carter si reca ad ispezionare l'impianto. Carter, che era un ingegnere nucleare, aveva contribuito a smantellare un reattore nucleare danneggiato, in Canada, mentre prestava servizio nella Marina degli Stati Uniti. La sua visita riuscì a riportare la calma nella popolazione. Sebbene l’incidente non abbia causato vittime portò ad un calo di fiducia nell'opinione pubblica verso l’energia nucleare. Per oltre vent’anni dopo l'incidente di Three Mile Island non si costruirono più centrali nucleari negli Stati Uniti.

(© 9Colonne - citare la fonte)