Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

OVER 70 IN TV,
ROTTAMARLI E' PECCATO

OVER 70 IN TV, <br> ROTTAMARLI E' PECCATO

Giovanna Lasalvia

Lando Buzzanca ha 79 anni. E’ lui il protagonista della fiction campione di ascolti  di Rai1 “Il restauratore”, capace – nei mesi scorsi - di battere “Report” come “I Cesaroni”. Gigi Proietti ne ha 74 e più di recente ha vestito i panni di Bruno Palmieri in “Una pallottola nel cuore”, collection di 4 film per la tv che puntualmente ha superato i 5 milioni di telespettatori sbaragliando la concorrenza e aggiudicandosi  il prime time. Terence Hill, che a marzo scorso di anni ne ha compiuti 75, ora è impegnato sul set di “Un passo dal cielo”, la fortunata fiction arrivata alla sua terza edizione che andrà in onda a marzo. Intanto Lino Banfi –  78 anni  - si prepara a tornare (da gennaio) sul set di “Un medico in famiglia”. Sembra che il piccolo schermo non riesca a fare a meno degli  over 70. Ma perché questi personaggi – nati ieri eppure popolarissimi oggi -  sono così seguiti dal pubblico?  Probabilmente è perché sono dei veri professionisti, artisti completi e versatili, perché hanno alle spalle esperienza e gavetta, perché  non sono figli dei reality show. Ma anche perché su di loro la tv ha saputo cucire storie capaci di appassionare, incuriosire, far riflettere. Spesso si tratta di serie cosiddette “a cornice” – come ricordano i manuali di comunicazione – dove la trama di ciascun episodio è costruita intorno a un caso che il protagonista risolverà al termine dell’episodio stesso; ma, a differenza di quanto accade nelle serie classiche, da un appuntamento settimanale all’altro si sviluppa e si arricchisce la storia privata del protagonista. Sono fiction che non giocano sull’innovazione ma sulla ripetizione: è questa la loro forza (e a volte la ripetizione si trova  anche nelle battute che caratterizzano il repertorio del personaggio, basti pensare all’ormai famoso tormentone di Lino Banfi nei panni di Libero Martini: “ Una parola è troppa e due sono poche”). La serialità, infatti, ha il compito di rassicurare il destinatario stimolandone allo stesso tempo curiosità e attenzione. E forse il pubblico di oggi -  saturo di talk  e stanco di cronaca nera e  talent show - ha bisogno proprio di questo. Di rassicurazione e stabilità, di volti fidati e trame similari. Meglio ancora, quindi, se quel racconto-fiction ( di cui già conosciamo le regole del gioco)  ha per protagonista un’ icona della tv, un pezzo di storia del piccolo schermo. Sono diverse, tuttavia,  le motivazioni legate al successo degli over in tv: non va dimenticato, ad esempio, l’effetto “amarcord” generato dagli stessi personaggi, oltre al fatto che questi riescono a lanciare – come ormai è sempre più difficile in tv - un messaggio positivo. Non si potrà, dunque, non affezionarsi al simpatico nonno Libero (sempre pronto ad ascoltare e dare consigli), all’amorevole parroco di Gubbio (capace di risolvere gialli e mostrarsi benevolo con i più cattivi), alla coscienziosa guardia forestale (grande amante della natura e delle montagne) o al giornalista di nera vicino alla pensione che continua ostinato a cercare la verità. Anche se possono apparire storie banali o non impegnative, la loro continua riproposizione, la loro spettacolarità e gradevolezza finiscono per imporre modelli di riferimento. In questo mix “tra reale e verosimile ma inventato” una cosa è certa: i 70enni in tv sono protagonisti. Hanno uno spazio tutto loro e sarà difficile spodestarli: in tempi di crisi (anche di idee e talenti) e spending review sempre meglio puntare sulla carta vincente, capace di emozionare e fare ascolti record. Così, mentre Pippo Baudo sogna (“prima di morire” , parole sue) di condurre ancora una volta il Festival di Sanremo, si avvicina il ritorno di Raffella Carrà che a partire da gennaio condurrà un nuovo talent-show: “Forte, forte, forte”. La rottamazione in tv è un’altra cosa. (1 - dic)

(© 9Colonne - citare la fonte)