Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Lo squalo: eterna metafora
di minaccia sociale

Lo squalo: eterna metafora <br> di minaccia sociale

di Felice Monda

Slavoj Zizek nel suo cine-documentario The Pervert’s Guide to Ideology definisce il film Lo squalo di Steven Spielberg del 1975 un film-metafora marxista. SecondoZizek noi abbiamo un sacco di paure riguardo immigrazione, ambiente, corporations etc. e lo squalo racchiude tutte queste paure in una sola, nella paura per il predatore marino. Di certo, il predatore del film in questione, un predatore assetato di sangue umano, non è abbastanza realistico, verosimile: nella realtà una cosa del genere è di difficile attuazione. Una sola vittima dovuta ad uno squalo: questa è una situazione capitata, purtroppo, diverse volte negli anni. Ma quello che succede nel film è francamente impossibile. Proprio questo ci suggerisce che lo squalo non visto in modo superficiale ma in modo molto più profondo, come ad esempio ha fatto Zizek.

Cosa rappresenta lo squalo? Di sicuro possiamo essere d’accordo con Zizek che è una metafora, un simbolo di qualcosa: la trama del film vuole di sicuro trasmettere un messaggio al genere umano. Nel film c’è innanzitutto lo scontro tra uomo e natura, scontro portato alle conseguenze estreme sulla barca di Quint in cui quest’ultimo finirà divorato dalla bestia famelica verso la fine del film. Scontro con la natura che investe l’animo di Brody che dovrà vincere le sue paure e affrontare “a viso aperto” la bestia e farla fuori una volta per tutte.

Lo squalo è una minaccia per la pacifica comunità di Amity Island, comunità che rappresenta a livello metaforico la società borghese con tutte le sue norme, le sue convenzioni, le sue regole, le sue abitudini. Il predatore marino mette in pericolo la stagione balneare ad Amity Island e il sindaco Vaughan si rifiuta di chiudere le spiagge perché per il quattro di luglio arrivano molti turisti: il valore della vita umana spesso viene maltrattato e bistrattato a favore dei guadagni, del denaro e dei profitti e grazie all’intervento dello squalo tutto ciò è nitido e chiaro e mostra quanto possa essere abbietto l’animo umano.

Lo squalo è un esemplare di 8 metri, enorme per la sua specie e quindi è anche un’esagerazione, un’iperbole narrativa, una figura su cui concentrare pathos edrammaticità dell’azione. La paura per lo squalo è la paura primordiale per i predatori, la paura dell’uomo di essere cacciato e di essere preda di qualcosa di ignoto e di profondamente pericoloso. Lo squalo viene a turbare l’esistenza pacifica, serena e tranquilla di una comunità: l’animale rappresenta l’elemento narrativo che genera azione, l’elemento narrativo che suscita emozioni alquanto negative come paura, sgomento, terrore, ansia etc

L’animale deve essere ucciso per permettere a tutti gli abitanti dell’isola di Amity di tornare alla loro normalità: ma si può tornare alla normalità dopo quanto è successo? Può tornare alla normalità Brody dopo aver vissuto un’esperienza oltremodo traumatica che segna una vita intera? Il film è struggente e passionale, sembra parlare all’inconscio dello spettatore, scuotere le coscienze, un film che dopo 40 anni continua a riscuotere successo, un film che dimostra che un’ottima storia, un capolavoro di storia (il film è tratto dal romanzo di Peter Benchley), sembra diventare immortale per il suo intrinseco valore narrativo ed artistico. Una storia, quella narrata nel film, che non ha età e non ha epoca, una storia che ha il potere di affascinare gli spettatori di diverse generazioni.

 

 

(da www.agoravox.it)

(© 9Colonne - citare la fonte)