Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Milano-Venezia,
arte classica
alla Fondazione Prada

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Milano-Venezia, <br> arte classica <br> alla Fondazione Prada

MILANO-VENEZIA, ARTE CLASSICA ALLA FONDAZIONE PRADA

La nuova sede della Fondazione Prada di Milano, progettata dallo studio di architettura Oma guidato da Rem Koolhaas, in largo Isarco, risultato della trasformazione di una distilleria di inizio Novecento, nel corso dell’estate viene idealmente unita alla sede di Venezia della Fondazione con due mostre di arte antica a cura di Salvatore Settis: “Serial Classic” (fino al 24 agosto), a Milano, e “Portable Classic” (fino al 13 settembre), a Venezia. I due progetti espositivi analizzano rispettivamente i temi della serialità e della copia nell’arte classica e della riproduzione in piccola scala della statuaria greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo.

(red)

MILANO: IL DEBUTTO ITALIANO DI MUNOZ

A Milano, HangarBicocca “Double Bind & Around”, allestita fino al 23 agosto, è la prima mostra personale in Italia dedicata a Juan Munoz. L’artista, scomparso nel 2001, è stato uno dei protagonisti della scultura contemporanea degli ultimi due decenni del Novecento. In occasione dell’esposizione in HangarBicocca viene riallestita la sua opera più importante, Double Bind, realizzata nel 2001 per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra e mai esposta al pubblico successivamente. La mostra - che comprende numerose tra le opere più significative di Juan Munoz, fra le quali The Wasteland e Many Times - è un’importante occasione per conoscere il lavoro di un grande artista che ha saputo reinterpretare la tradizione della scultura classica alla luce delle avanguardie del Novecento. Conosciuto soprattutto per le sue sculture in papier maché, resina e bronzo, Juan Muñoz si è spesso interessato anche alla scrittura e alle arti sonore, creando composizioni per la radio e audio pieces. L’opera di Juan Munoz (1953-2001) reintroduce la figura umana al centro dello spazio architettonico e scultoreo. Marionette, acrobati, ventriloqui, nani e ballerine sono alcuni dei personaggi che popolano i suoi lavori a fianco di figure anonime la cui presenza rimanda a scenari ambigui e contradditori. (red)

 

ROMA: SIMON MA, “AMOREVOLE” ARTE CINESE

Si intitola “Beyond Art with Love” la mostra, allestita fino al 23 agosto al Macro di Roma, dedicata all’artista cinese Simon Ma, uno dei maggiori interpreti della nuova arte cinese, il quale, per la prima volta a Roma, propone la sua personale interpretazione del tema dell'amore con una serie di installazioni site specific. Per Simon Ma il tema dell’amore è da intendere nell’accezione dell’“amore incondizionato” che parte dall'opera ed arriva al pubblico tramite gli elementi primari dell'acqua, aria, terra e di quello spirituale della benevolenza. Estremamente significativo per l’artista è l’utilizzo dell’acqua, sia come elemento iconografico sia per metafora del suo stesso fare arte e dell’incontro di questa con la natura. Simon Ma, che si definisce artista "crossover", nel suo lavoro fonde influenze orientali e occidentali, e l’utilizzo di materiali, forme e tecniche estremamente eterogenee. Come osserva il curatore Achille Bonito Oliva: "L'artista Simon Ma si pone all'incrocio di tutte le possibilità, compresa la metamorfosi e trasformazione della materia in sentimento universale”. Le opere in mostra comprendono la serie “Dancing Water Drops”, dipinti, sculture, installazioni e le opere di video arte “Danza” e “Armonia”. Per celebrare l’anniversario dei 45 anni di relazioni diplomatiche tra Cina e Italia l’artista inoltre crea appositamente una grande installazione site specific caratterizzata da un dipinto di 2 metri, che unisce le due culture tramite l’acqua, e ispirata all’antica Via della Seta, lungo la quale si sono sviluppati i primi scambi tra Oriente e Occidente.(red)

 

MILANO: GLI ARAZZI DI PONTORMO E BRONZINO

Gli splendidi venti arazzi raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo Tessuti per incarico di Cosimo I de’ Medici nella manifattura granducale alla metà del XVI secolo su cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati, una delle più alte testimonianze dell’artigianato rinascimentale, tornano ad essere esposti insieme per la prima volta dall’Unità d’Italia. Esposti per più di un secolo a Palazzo Vecchio, nel 1882 furono divisi, per volere dei Savoia, tra Firenze e il Palazzo del Quirinale. Ora tornano eccezionalmente ad essere esposti insieme nella mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino” che, dopo aver fatto tappa al Quirinale a Roma, arrivano a Milano (a Palazzo Reale fino al 23 agosto) per tornare poi a settembre “a casa”, nella Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio, dove rimarranno esposti fino a febbraio 2016. Gli arazzi con le storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze. I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove realizzate da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medicee. (red)

AGRIGENTO, L’ARTE SECONDO SCIASCIA

“Mi piacciono i pittori che nel loro immediato rapporto con la realtà, le forme, i colori, la luce, sottendono la ricerca di una mediazione intellettuale, culturale, letteraria. I pittori di memoria. I pittori riflessivi. I pittori speculativi. Un sistema di conoscenza che va dalla realtà alla surrealtà, dal fisico al metafisico”. Così Leonardo Sciascia nel 1985. E parte da questa dichiarazione la mostra “Leonardo Sciascia e le arti visive. Un sistema di conoscenze, dal fisico al metafisico”, fino al 26 agosto al Museo Archeologico Regionale “Griffo” ad Agrigento, che - a 25 anni dalla scomparsa dello scrittore di Racalmuto - presenta un aspetto insolito della sua attività extraletteraria. Dalla passione per le stampe e la grafica in genere, alla vasta produzione di scritti sull’arte, Sciascia ha mantenuto un inestricabile rapporto con le arti figurative, attraverso la critica d’arte militante in presentazioni, cataloghi di mostre, stampa periodica e riviste d’arte, attraversando argomenti quali scultura, pittura, disegno, incisione, architettura e fotografia. Grande attenzione dedicava all’arte contemporanea, presentando le mostre dei suoi artisti più apprezzati a cui fu legato da sincera amicizia, quasi tutti accomunati da un anti-astrattismo di base che caratterizza il gusto estetico sciasciano. L’arte dunque come mezzo di conoscenza della realtà e strumento di verità. La mostra di Agrigento – che rientra nel circuito delle “Vie degli Scrittori”, promossa dalal Regione – presenrta, tra gli altri, opere di Ugo Attardi, Mario Bardi, Giorgio De Chirico, Emilio Greco, Piero Guccione, Renato Guttuso, Carlo Levi, Mino Maccari, Mario Mafai,Fausto Pirandello, Alberto Savinio, Francesco Trombadori, Renzo Vespignani e Tono Zancanaro.  (red)

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