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direttore Paolo Pagliaro

LAVORO, TANTI ASSEGNI
POCHI SERVIZI UTILI

LAVORO, TANTI ASSEGNI <br> POCHI SERVIZI UTILI

di Paolo Pagliaro

Se perdi il posto a Londra, i servizi per il lavoro ti convocano e ti fanno una proposta, se invece lo perdi a Roma vai a iscriverti ai centri per l’impiego per poter chiedere il sussidio all’Inps. Nel Regno unito i servizi pubblici per il lavoro hanno 70 mila addetti, in Italia 7 mila.
Work Magazine, giornale on line dedicato al lavoro, riassume così la differenza tra noi e gli altri, e avanza alcune proposte, la prima delle quali è di rinunciare agli incentivi fiscali per chi assume, politica che ha creato poca occupazione. Quei soldi sarebbe meglio utilizzarli per finanziare i servizi per l’impiego. Romano Benini lo spiega bene in un libro, “Nella tela del ragno”, pubblicato da Donzelli.
La tesi è che mentre tutta Europa dal 2009 ha investito massicciamente per trovare un impiego ai disoccupati, in Italia dallo scoppio della crisi tutte le risorse disponibili sono state utilizzate per il sostegno ai lavoratori in esubero, tutelati dagli ammortizzatori sociali e dalle casse integrazione. Così sono stati spesi 9 miliardi. Hanno beneficiato di questi interventi lavoratori in genere maschi, adulti, sindacalizzati e del Nord Italia.
Si è scelto insomma di integrare i redditi dei lavoratori di un modello industriale moribondo e non di quelli del modello post-industriale nascente. E’ stata anche una scelta sociale. Il risultato è che l’Italia ha triplicato la disoccupazione giovanile, arrivata quest’anno al 42%.
Non è affatto vero che vada così dappertutto: nonostante la crisi in nessun paese europeo nel 2013 ci sono stati meno lavoratori occupati rispetto a 10 anni prima. Solo l’Italia ha un saldo negativo tra il 2003 e oggi.
Un cambio di rotta potrebbe esserci col decreto di cui sta discutendo il Parlamento, ma la campagna elettorale non sembra il momento più adatto per scelte coraggiose.

(24 apr)

(© 9Colonne - citare la fonte)