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MARO’, MOGHERINI-PINOTTI: VIA A PROCEDURA INTERNAZIONALE

MARO’, MOGHERINI-PINOTTI: VIA A PROCEDURA INTERNAZIONALE

Marò, atto secondo. Con l'avvio della procedura internazionale, fortemente voluta dall'Italia, la vicenda dei due fucilieri trattenuti agli arresti in India ormai da due anni a New Dehli con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati subisce una netta svolta. “Il 18 aprile scorso l'Italia ha inviato una nota verbale alle autorità indiane, la quinta in due mesi, ricevuta da Delhi il 21 aprile, in cui si riconferma il richiamo all'immunità funzionale e al diritto internazionale", ha spiegato il ministro degli Esteri Federica Mogherini. Con la nota "chiediamo l'avvio di un 'exchange of views' sulla disputa e il ritorno dei marò in Italia. Nel caso in cui non si raggiungesse in tempi ragionevoli, per questa via, una soluzione accettabile, si ricorrerà a strumenti internazionali di risoluzione delle dispute in base alle norme internazionali", ha aggiunto il ministro aprendo quindi la strada all'arbitrato internazionale. Questa fase "esaurisce quella in cui ha operato Staffan de Mistura che voglio ringraziare a nome del governo per la dedizione e l'instancabile impegno con cui ha seguito la vicenda". Una decisione condivisa con lo stesso commissario "che ha partecipato all'elaborazione di questo passaggio, frutto anche del suo lavoro". La Farnesina ha anche deciso il rientro in India dell'ambasciatore italiano, Daniele Mancini, mentre anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, intervenuta insieme alla Mogherini in Parlamento, ha spiegato che "siamo ancora aperti a discutere con gli indiani ma non abbiamo altra via che ricorrere all'arbitrato internazionale. Non accettiamo un processo indiano di cui non riconosciamo la validità". La Pinotti ricorda che ad oltre due anni dall'incidente, a fronte di un atteggiamento da parte dell'India dilatorio, manca ancora un atto di accusa valido. La nuova fase dunque "risponde ad una strategia condivisa: l'internazionalizzazione della vicenda per innalzare il contenzioso a livello internazionale", perché "trattenere due militari per oltre due anni è inaccettabile". (Sis – 24 apr)

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