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direttore Paolo Pagliaro

PER UN ITALIANO SU DUE E’ “SINDROME DA RIENTRO” DALLE VACANZE

Fisicamente appesantiti, psicologicamente non ancora pronti, in apprensione per il senso di responsabilità e i carichi di lavoro incombenti. Per un italiano su 2 il ritorno in città è all’insegna dell’ansia e della preoccupazione e le vacanze di colpo sono già un lontano ricordo. Già durante gli ultimi sgoccioli circa 6 italiani su 10 evitano di pensare alla solita routine che li aspetta, quella casa-lavoro lavoro-casa mentre gli altri pensieri da scacciare sono le ansie del posto di lavoro (47%), il ritorno alla vita da pendolare (32%) e la sveglia al mattino (21%). I rimedi? Gli esperti sono chiari: corretta idratazione, sana alimentazione e giusto approccio psicofisico. E’ quanto emerge da uno studio di In a Bottle sulle opinioni di circa 1100 italiani attraverso un monitoraggio online e di circa 40 esperti. Per un italiano su 4 le vacanze sono state troppo corte e lo stato d’animo con cui ci si approccia al rientro è all’insegna dell’ansia e della preoccupazione. Tra i disturbi maggiori svogliatezza, appesantimento fisico e cervello ancora sotto l’ombrellone. Circa due italiani su 10 (19%) per vari motivi ha dovuto rinunciare alle classiche vacanze estive ma per il 24% degli italiani queste sono state troppo corte e sono volate via subito, complice anche il bisogno di staccare dopo un anno intenso. Il 16% dichiara di essersela spassata mentre il 17% afferma di essersi rilassato abbastanza. Tuttavia l’approccio al ritorno in città avviene per un italiano su 2 all’insegna dell’ansia (23%) e preoccupazione (28%), il 27% risulta addirittura depresso e solo il 21% si dichiara tutto sommato sereno. Così tra i primi “disturbi” accusati al rientro, un italiano su 3 (31%) si scopre non ancora pronto psicologicamente e il 18% avverte quella svogliatezza e poca concentrazione tipica di chi si lascia alle spalle un periodo di pausa lavorativa e privo di impegni. Ma cosa spaventa di più gli italiani? Parlando di lavoro, le preoccupazioni maggiori sono l’idea di tornare a chiudersi in un luogo fisico per lavorare (29%), le incomprensioni con colleghi e datori di lavoro (23%), l’ansia da risultati (18%) e lo stress degli spostamenti (15%). Per quanto riguarda il cambio dello stile di vita, il ritorno in città preoccupa perché riproporrà la cronica insoddisfazione verso quello che si fa (24%), gli sbalzi di umore che rendono irritabili e nervosi (23%), il poco tempo a disposizione per vedere figli, genitori e partner (21%). Nonostante questo ben un quarto degli italiani (24%) afferma che non si prepara in alcun modo perché solo pensarci fa aumentare l’ansia mentre il 22% spiega che si predispone riprendendo gradualmente le abitudini quotidiane. (Red - 29 ago)

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