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direttore Paolo Pagliaro

Beatles e risate con Neri Marcorè e la Banda Osiris

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Beatles e risate con Neri Marcorè e la Banda Osiris

BEATLES E RISATE CON MARCORE’ E LA BANDA OSIRIS
Si chiama “Beatles Submarine” ed è la beatlemania in palcoscenico, rivisitata dal talento stralunato di Neri Marcorè e dei quattro professori della famigerata Banda Osiris. Uno spettacolo concerto – in scena dall’8 al 19 ottobre al Piccolo di Milano - alla gioiosa, fantastica esplorazione dell’universo della più leggendaria band di sempre. Un “Magical mystery tour” che raccoglie suggestioni, musiche, frammenti biografici, canzoni e racconti dei favolosi Beatles, una fantasmagoria visionaria e coloratissima, a dimostrazione che il fenomeno Beatles (a 50 anni dalla sua incredibile esplosione) non è stato una moda, ma una vera e propria cultura, fatta di rabbie dolci e speranze di fantasia al potere. (Red)

MONICA GUERRITORE E GIOVANNI NUTI CANTANO ALDA MERINI
Appuntamento a ottobre al Teatro Vittoria di Roma con il concerto che unisce per la prima volta sul palco due grandi interpreti dello spettacolo e della musica: Monica Guerritore e il cantante e musicista Giovanni Nuti. “Mentre rubavo la vita…!”, per la regia di Mimma Nocelli sarà sul palco del teatro romano dal 9 al 19 ottobre e racconterà in musica con l’accompagnamento di una band di sei elementi (Stefano Cisotto – direzione musicale e tastiere; Massimo Ciaccio – basso; Daniele Ferretti – pianoforte; Massimo Germini – chitarra; Sergio Pescara – batteria; Simone Rossetti Bazzaro – violino), gli appassionati e dolorosi versi di Alda Merini. “Nessuna donna resta indifferente davanti alla forza, all’energia libera, vitale, colorata, sensuale di Alda Merini – osserva Guerritore –. La musica di Nuti rende travolgenti i suoi testi. Io stessa ne rimango stupita. Al pubblico piacerà enormemente: ballerà, riderà e piangerà insieme a noi”. Nuti, che firma anche le musiche dello spettacolo, ha avuto una collaborazione unica e irripetibile, durata sedici anni, con la grande poetessa, che lei stessa amava definire un “matrimonio artistico”. “Solo un’artista eclettica e sensibile come Monica può trasmettere a pieno l’intensità, il carattere, l’ironia, lo struggimento, la magica follia di una personalità immensa come quella di Alda Merini – dice Nuti –. Sentirla per la prima volta cantare i suoi versi sulle mie note è stato emozionante”. (PO / Cle)

A PORDENONE IN SCENA “LA PAURA”, DAL ROMANZO DI DE ROBERTO
Appuntamento il 18 settembre alle 21 al Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone con Massimo Salviati che sale sul palco con uno spettacolo in prima nazionale in occasione dei cento anni della Grande Guerra: “La paura”. Tratto dall’omonimo racconto di Federico De Roberto, adattato e messo in scena di Daniela Nicosia, il testo è un racconto di trincea, fulminante spaccato narrativo nel quale si concentrano gran parte delle problematiche legate agli eventi di quegli anni di sanguinosissima guerra, alle sue implicazioni sociali, al suo impatto sulla società italiana del tempo, che proietta la sua ombra fino alla sua attuale composizione, grande specchio delle nostre “diversità” geografico-linguistiche e sociali, delle disparità di ceto, del disprezzo delle alte gerarchie militari per la vita stessa dei semplici soldati, dell'atteggiamento di sospetto e di sfiducia tutt'altro che malriposto e tutto italiano nei confronti dell'autorità. Un racconto concentratissimo e magnifico con il quale Massimo Salvianti, attore monologante, porta il pubblico nella quotidianità della vita di trincea, su uno dei più inospitali costoni delle Alpi Venete, in mezzo al popolo della guerra, contadini, artigiani, piccoli commercianti che si scambiano battute in dialetti a volte così diversi da sembrare lingue totalmente estranee l'una all'altra, a fare i conti, giorno dopo giorno, con la paura della morte, in un rapporto per ciascuno diverso come e più delle lingue con le quali questo popolo parla. (PO / red)

“LA PAROLA PADRE” DI VACIS A REGGIO CALABRIA
Nell’ambito del Globo Teatro Festival di Reggio Calabria, andrà in scena il prossimo 5 settembre alle 21, presso il Parco di Ecolandia, lo spettacolo scritto e diretto da Gabriele Vacis “La parola padre”. Sei giovani attrici selezionate durante un giro di seminari tenuti da Koreja nell’Europa centro orientale: tutte hanno conti in sospeso con la loro patria, tutte hanno conti in sospeso con i loro padri. Sono Irina Andreeva (Bulgaria), Alessandra Crocco (Italia), Aleksandra Gronowska (Polonia), Anna Chiara Ingrosso (Italia), Maria Rosaria Ponzetta (Italia), Simona Spirovska (Macedonia): vengono da paesi diversi e tutte loro racconteranno storie diverse, le loro testimonianze. “Per queste ragazze – spiega Vacis - è molto importante raccontare il padre. I loro padri… fino ad Alessandro il Macedone. E la parola padre ha la stessa radice semantica della parola patria”. (PO / red)

“IO, MAI NIENTE CON NESSUNO AVEVO FATTO” A ROMA
Sicilia. "Io, mai niente con nessuno avevo fatto” è la storia di Giovanni, incarnazione dell’ingenuità e della passione allo stato puro, dell’innocenza che supera tutte le barriere della conoscenza e dell’ignoranza: un pezzo unico di anima che dice tutto quello che pensa, che crede a tutto quello che gli viene detto. Giovanni è la forza e il coraggio di chi non riesce a vedere il mondo se non come uno spartito di note da danzare. L’istinto alla vita, alla sopravvivenza. Al di là della malattia. Al di là del male. In scena al Teatro Argentina di Roma il prossimo 8 settembre alle 21 all’interno della rassegna Garofano Verde, lo spettacolo, scritto e diretto da Joele Anastasi, vede sul palco oltre allo stesso Anastasi, anche Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano. L'universo in cui gravitano i tre personaggi di questa pièce è un universo popolare. Uno scenario pieno di brutalità e d'istinto. Dove nulla è comandato dalla mente ma solo dall'impulso del corpo. Uomini che sono bestie, che sono angeli, che sono demoni. La violenza si scontra con l'ingenuità, in un mare di brutalità, dove Rosaria, cugina di Giovanni, è tutto per lui. Sorella, fidanzata, madre e figlia. C'è spazio per l'amore, c'è spazio per la rivalsa. Ma tutto ha un prezzo. Giovanni lo sconterà attraverso gli occhi ambigui e violenti e il corpo pulsante e focoso di Giuseppe, insegnante di danza, unico amore-amante di Giovanni. E se è vero che tutto il peso ricade proprio su Giovanni, ingenuo e puro, lui sarà l'unico capace di sopportare questo peso e di non sentirne addosso la minima pressione riscattandosi proprio attraverso i corpi e le anime dilaniate di Rosaria e Giuseppe. Ma saranno tre corpi, quelli dei protagonisti, che non si incontreranno mai. Vivranno uniti solo nel ricordo, nella maledizione, nel tentativo ora di ricordare e ora di dimenticare. (PO / red)

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