Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

A Bologna le migliori
copertine

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

A Bologna le migliori <br> copertine

A BOLOGNA LE MIGLIORI COPERTINE

Dopo il successo della scorsa edizione ritorna a Bologna, in occasione di Artelibro Festival del Libro e della Storia dell’Arte, la mostra “Buona la prima! Copertine riuscite giudicate da chi se ne intende” che si tiene fino al 12 ottobre nella Biblioteca d’arte e di storia di San Giorgio in Poggiale. Un gruppo di 15 professionisti della grafica editoriale ha selezionato 45 copertine italiane uscite da settembre 2013 a settembre 2014, senza limitazioni tra libri di narrativa o di saggistica, manuali illustrati o guide di viaggio, libri illustrati o cataloghi di mostre. Il risultato è una mostra che non punta sull’astratta grafica editoriale, ma sugli oggetti concreti come sono le copertine dei libri, per far vedere come funzionano, come si costruiscono, si pensano e come interagiscono con i fruitori. Le 45 copertine italiane finaliste (tre per ogni giudice selezionatore) sono visibili sul sito di Artelibro ma ai visitatori della mostra sarà data la possibilità di votare la propria copertina preferita, attraverso una scheda compilabile in loco e sul sito www.artelibro.it. Le due copertine vincitrici secondo le preferenze del pubblico e della giuria di esperti, saranno premiate il 21 settembre a Palazzo Re Enzo. (red)

 

IL TESSILE “VIVE”  ALLA TRIENNALE DI MILANO

La mostra “Textile vivant”, fino al 9 novembre alla Triennale di Milano, fornisce un panorama delle innovazioni e degli aspetti più interessanti della ricerca scientifica in ambito tessile in epoca moderna e contemporanea. Cognizione ed emozione si intrecciano in un percorso espositivo esperienziale in un intreccio di linguaggi. Presentate diverse realtà aziendali italiane di settore, numeroso materiale di archivio, prevalentemente cartaceo, libri e riviste e cinque installazioni di artisti che rileggono e interpretano il mondo del tessile e dell'intreccio. La mostra si interroga sul ruolo dell’innovazione in ambito tessile e la sua peculiare specificità made in Italy. Ciò significa esplorare l’intreccio di cognizione e possibilità espressive dei tessuti e il ruolo sempre più importante assunto dal design e dall’ingegneria nella progettazione di nuovi tessuti e nelle nuove strategie della valorizzazione dei saperi incorporati nel territorio, quindi nei distretti industriali e nelle aziende leader dei fashion textile e non solo. (Red)

 

LE LEGGENDARIE TOMBE DI MAWANGDUI

Fino al 16 febbraio viene presentata, per la prima volta in Italia nelle sale del Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia, a Roma, una mostra che racconta l’epoca della dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) attraverso i tesori provenienti dalle tombe rinvenute a Mawangdui e custoditi dal Museo provinciale dello Hunan, una delle istituzioni più importanti del sistema museale cinese. In mostra sono esposti 76 pezzi di inestimabile valore, tra cui lacche, manufatti tessili, manoscritti e dipinti su seta. L’esposizione consente di far riemergere un’antica civiltà attraverso una grande scoperta archeologica, riflettendo l’essenza stessa di un popolo che già all’epoca veniva riconosciuto come “il Paese della seta e delle porcellane”. La mostra “Le leggendarie tombe” si colloca nell’ambito del Memorandum d’intesa sul partenariato per la Promozione del Patrimonio Culturale siglato nell’ottobre 2010 tra il ministero dei Beni culturali italiano e la State Administration of Cultural Heritage della Repubblica Popolare Cinese, il quale prevede lo scambio di spazi museali permanenti dedicati alle rispettive culture, al fine di promuovere lo scambio culturale tra la Cina e l’Italia e permettere una maggiore e profonda comprensione tra questi due popoli. Il primo significativo modello italiano di musealizzazione fuori dai confini nazionali, vetrina permanente per promuovere la cultura italiana, è stato il luogo espositivo concesso alla Direzione Generale per la valorizzazione del patrimonio culturale dallo S tate Administration of Cultural Heritage della Repubblica Cinese all’interno del Museo Nazionale della Cina sulla Piazza Tian’ anmen a Pechino, spazio inaugurato con la mostra “Rinascimento a Firenze. Capolavori e Protagonisti” e che attualmente ospita la mostra “Roma Seicento: origine del Barocco. Le opere esposte rappresentano i migliori pezzi rinvenuti nelle tombe di Mawangdui e ricompongono l’universo privato di una famiglia aristocratica dell’epoca: le sete più pregiate, i manoscritti più antichi, gli oggetti più rari. Le leggendarie tombe di Mawangdui pongono davanti agli occhi l’alto livello di progresso che caratterizzava più di duemila anni fa la civiltà di epoca Han. Il rinvenimento delle tombe di epoca Han a Mawangdui, nella città di Changsha (capoluogo dell’attuale provincia dello Hunan, nella Cina meridionale), rappresenta una delle grandi scoperte avvenute nel XX secolo in Cina. Tra il 1972 e il 1974 gli archeologi cinesi portarono alla luce un insieme di sepolture appartenenti alla famiglia di Li Cang, Marchese di Dai e primo ministro dello Stato di Changsha. Una scoperta che ebbe inizio in maniera del tutto fortuita, in seguito ad una serie di scavi realizzati per un rifugio sotterraneo, e grazie al manifestarsi di cosiddetti “fuochi fatui”. Le tre tombe ritrovate, contenevano al loro interno più di 3000 oggetti, tra cui lacche , ceramiche, bronzi, sete, e giade, i quali, sono in grado di testimoniare degli eccellenti risultati raggiunti a livello artistico e culturale e di offrire uno spaccato della società cinese in epoca Han. L’immenso valor e dei reperti svelati e soprattutto il ritrovamento di una salma completamente integra ha fatto sì che gli esperti paragonassero questa scoperta alla “tomba di Tutankhamon” in Egitto. La salma della Marchesa di Dai è la prima e la più antica salma al mondo ritrovata ancora completamente integra, n on completamente disidratata e con i tessuti non ancora del tutto rigidi. La mostra mette insieme per la prima volta in Italia un’importante selezione di questi reperti archeologici, raccontando l’inter a vicenda legata alle tombe di Mawangdui e mostrando al grande pubblico i principali risultati ottenuti dal loro rinvenimento, così da far comprendere, in maniera organica, lo splendore che caratterizzava la civiltà Han. L’esposizione prende le mosse da tutti quegli aspetti che hanno contribuito a creare un alone di mistero intorno a Mawangdui. Dalle antiche leggende, come quella del “Tumulo del re Ma” o della “Tomba delle due donne”, fino all’inaspettata comparsa di un “fuoco fatuo” che ha dato il via alla serie di scavi archeologici, a partire dagli anni Settanta. In una Cina in piena “Rivoluzione Culturale”, persino l’allora Primo ministro Zhou Enlai si occupò dei lavori, per i quali vennero coinvolti anche i militari dell’Esercito Popolare di Liberazione. Per rendere conto di questo straordinario racconto la mostra mette insieme 76 oggetti tra cui lacche, tessuti in seta, manoscritti e dipinti su seta, affiancati da una serie di approfondimenti tematici e da installazioni multimediali. (red)


UN VIAGGIO AI TEMPI DEL COLERA

Gli scavi archeologici effettuati nella Rocca di Lugo hanno portato in luce il condotto usato come immondezzaio delle prigioni pontificie ubicate nel torrione detto “Mastio di Uguccione”. Da questo scarico provengono i reperti protagonisti, con documenti e lettere d’archivio, della mostra “Lugo ai tempi del colera”, allestita nella Manica Lunga dell'ex Convento del Carmine, fino al 22 gennaio. In esposizione circa 150 oggetti usati dai detenuti e buttati in occasione dell’epidemia di colera del 1855. Si tratta per lo più di brocche, catini, ciotole, piatti in ceramica ingobbiata e invetriata, fiasche, pitali, pentole e pedine da gioco, manufatti quasi tutti ottocenteschi, salvo un’esigua selezione di materiali dei secoli precedenti (XVII-XVIII) tra cui pentole da fuoco in ceramica invetriata e piatti in smaltata bianca o azzurra, tipo “Senigallia”. L’interesse di questo materiale sta nei graffiti incisi dai carcerati, talora il nome, la provenienza, segni devozionali come piccole croci, a volte solo una tacca o il lento scorrere degli anni di detenzione, 1835, 1836, 1837 ... con il 1854 terminus post quem. Ricerche d’archivio su queste incisioni hanno permesso di ricostruire le vicende personali e giudiziarie di alcuni detenuti, fornendo al tempo stesso uno spaccato di vita lughese alla vigilia dell’annessione al Regno di Sardegna. In una mostra che parla di morti, galeotti e colera, va registrato il curioso caso di Francesco Scardovi, uno dei due medici attivi nel lazzaretto di Lugo dove, come recita la sua lapide nel cimitero monumentale, “con eroico zelo, tutto si diede al sollievo dei malati mentre qui infieriva il morbo”: il buon dottore non solo non è perito nel contagio ma è campato fino alla veneranda età di quasi 103 anni. (red)

 

ENEL CONTEMPORANEA NELLA “RETE DEI DRAGHI”

Dopo il successo - con circa 50mila visitatori nei primi dodici mesi - di Big Bambú, la gigantesca installazione di Mike+Doug Starn inaugurata lo scorso dicembre a Macro Testaccio per i 50 anni di Enel, la partnership fra Enel e il Macro - Museo d’Arte Contemporanea di Roma prosegue per offrire al pubblico nuove emozioni, con la grande installazione site specific dell’artista giapponese Toshiko Horiuchi MacAdam realizzata per la settima edizione di Enel Contemporanea e visibile al pubblico fino al 31 dicembre. Giocosa, colorata, interattiva: è un’opera d’arte tutta da scoprire e sperimentare, per adulti e per bambini. Interamente realizzata e intrecciata a mano, dal sapore tradizionale che rievoca l’antica lavorazione all’uncinetto abbinata a forme contemporanee dai molteplici colori, l’opera “Harmonic Motion - Rete dei draghi” è un sorprendente playground interattivo, sospeso nella grande hall del Museo, a rappresentare un ideale fil rouge tra l’edificio storico e l’area museale progettata dall’architetto francese Odile Decq. Harmonic Motion è così allo stesso tempo opera d’arte, scultura aerea, spazio gioco, rete intrecciata e installazione, dove poter entrare, saltare, rotolare, arrampicarsi, strisciare, rimbalzare, oscillare, appendersi e muoversi attraverso livelli successivi, per vivere un’esperienza sicuramente insolita. Enel Contemporanea è il progetto promosso da Enel che prevede ogni anno la realizzazione di opere sul tema dell’energia da parte di artisti di diverse nazionalità (www.enelcontemporanea.com). Un’iniziativa, alla sua settima edizione, che si propone di esplorare il concetto di energia attraverso il linguaggio universale dell’arte. (red)

 

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