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direttore Paolo Pagliaro

GIUSTIZIA, LA MEDIAZIONE PER FAR NON SOFFRIRE (E SPENDERE) LE FAMIGLIE

Se le famiglie italiane conoscessero la mediazione civile e commerciale, soffrirebbero di meno. E’ questa la premessa da cui è partito un dibattito sui costi e i tempi della Giustizia italiana aperto in occasione del neonato accordo stretto fra le associazioni Obiettivo Famiglia – Federcasalinghe e l’organismo di mediazione Eticamente ADR sigillato ieri a Roma. Solo 8 italiani su 100 sanno cos’è la mediazione civile e commerciale, eppure è uno strumento che fa risparmiare tempo e denaro.



LA TEMPISTICA E I DATI Se intraprendendo la strada della giustizia ordinaria ci vogliono 1.132 giorni di media per vedere una soluzione alla nostra controversia, con la mediazione civile e commerciale si arriva a un massimo di 62 giorni: un dato convincente quello divulgato nel rapporto del Ministero della Giustizia (al 31 marzo 2014), ma con numeri ancora troppo bassi nell’effettivo: “Oggettivamente è uno strumento ancora poco conosciuto e poco utilizzato – spiega Andrea Forlani, Responsabile dell’organismo Eticamente ADR – anche se l’obbligatorietà riguarda una grandissima parte del Diritto Civile: questioni di condominio, eredità, contratti assicurativi e bancari e tante altre questioni che in una famiglia e nelle imprese non scarseggiano di certo. La mediazione civile e commerciale, pur essendo in vigore da ormai quattro anni e pur essendo obbligatoria per alcune materie (per esempio quelle sopra citate), è ancora sconosciuta a buona parte delle persone che avrebbero tutto l’interesse ad utilizzarla contribuendo anche alla sburocratizzazione della Giustizia. Da parte dello Stato però non ci sono incentivi che spingano verso la mediazione e i cittadini, non conoscendola, continuano a rivolgersi a un avvocato”. Uno dei dati sottolineati da Andrea Forlani riguarda la mediazione volontaria è quello relativo alle persone che si presentano senza avvocato alla mediazione: sono infatti il 73,8% del totale degli aderenti comparsi.

 

IL COMMENTO Per Federica Rossi Gasparrini, Presidente Nazionale Federcasalinghe, diffondere questo messaggio è una “battaglia di civiltà” e, forte dell’esperienza a diretto contatto con le problematiche quotidiane di donne e famiglie ha aperto i lavori sottolineando la componente culturale della mediazione: “Oggi siamo qui per dire che esiste un modo per far soffrire di meno le famiglie e farle spendere meno: sappiamo che una causa provoca sempre sofferenza e ha costi elevati; oltretutto spesso non è neppure risolutiva. E allora imbocchiamo questa strada, intraprendiamo questa battaglia e facciamo cultura su questo prezioso strumento”. Un’indagine interna di Federcasalinghe ha disegnato un quadro ben preciso sulla reputazione del sistema giuridico del Bel Paese: l’80,2% degli intervistati la valuta molto male, è discreta solo per il 12,6% e buona per il 7,2%.  Lucia Franchini, Presidente del coordinamento Nazionale dei Difensori Civici Italia: “Dobbiamo cessare di considerare il conflitto come un evento sociale patologico, un male da curare o da rimuovere e vederlo invece come un fenomeno fisiologico; talvolta addirittura positivo. Quello che in definitiva conta è come i conflitti vengono gestiti e possono divenire, specialmente in una società atomizzata,  un’occasione di comunicazione che, se adeguatamente sfruttata, potrebbe talvolta essere in grado di generare insospettate, nuove opportunità per entrambe le parti. Auspico che questo accordo fra Eticamente e Obiettivo Famiglia – Federcasalinghe sia promotore di altre esperienze simili. Forse non è così per la ‘vecchia guardia’ di avvocati, ma certamente i più giovani so che la vedono come un’opportunità. E’ ora che finalmente anche in Italia il cittadino acquisisca coscienza civile scegliendo la mediazione”. (PO / red - 19 set)

 

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