Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

“Open Museum, Open City”
al Maxxi di Roma

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

“Open Museum, Open City” <br> al Maxxi di Roma

“OPEN MUSEUM, OPEN CITY” AL MAXXI DI ROMA

Una mostra che anima un intero museo. Un’occasione unica per analizzare alcuni dei più importanti temi dei nostri tempi attraverso il loro suono. È “Open Museum, Open City”, aperta al pubblico fino al 30 novembre al MAXXI di Roma, curata dal direttore artistico Hon Hanru, con il sostegno di Enel. Il progetto intende ripensare il rapporto tra la produzione artistica, gli interventi architettonici e la partecipazione del pubblico. Da Bill Fontana a Ryoji Ikeda, da Lee Mingway a Carsten Nicolai, da Cevdet Erek a Jean Baptiste Ganne, il MAXXI diventa un unico spazio aperto al dialogo tra voci diverse che lo riempiono di suoni. Da quello fluido dell’acqua che scorre sotto la città di Roma, alla scomposizione di un pezzo musicale in singole note, dai rumori della città al ritmo della rivoluzione e molto altro ancora. Una riflessione sulla complessità della città, foro moderno della trasformazione urbana e degli esperimenti socio-culturali. Grazie al contributo di Enel, tutti i sabati e le domeniche i giovani sotto i 26 anni entreranno gratuitamente. Previsti anche laboratori per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie che si saranno prenotati per tempo attraverso  il progetto PlayEnergy di Enel. Tra le iniziative realizzate da Enel sui social network anche #suoniquotidiani, ospitata sulla piattaforma Sound Cloud e diffusa sul profilo Twitter e la pagina Facebook di Enel, guiderà gli utenti in maniera giocosa alla scoperta dei diversi suoni che rappresentano la quotidianità e il rapporto con la città.

 

CLAUDIO PARMIGGIANI, UN ICONOCLASTA A NEW YORK

La Bortolami Gallery di New York presenta, fino al 15 novembre, una mostra di Claudio Parmiggiani. L’iconoclasta artista italiano, considerato uno dei protagonisti dell'avanguardia artistica internazionale, che mancava dagli Stati Uniti dal 1986, espone vecchie e nuove opere, installazioni ed interventi scultorei, che si ispirano sia all'Arte Povera che a quella Concettuale e che ripercorrono i temi fondanti della sua ricerca: la memoria, l'assenza, la frammentazione, la solitudine, il silenzio e l’incertezza. In mostra, tra l'altro, la serie di Delocazione che presenta resti bruciati di una biblioteca, finestre, veli, e cornici; una cinquecentesca campana di bronzo appesa al soffitto colo suo batacchio, teste in gesso di statue antiche accoppiate con libri, farfalle e nidi di uccelli e 365 pagnotte di pane sparse sul pavimento accompagnati dalla scritta evangelica “Chi mangia questo vivrà in eterno”.

 

 

ALLA RISCOPERTA DEL GRUPPO “CONTINUITA’”

Nel 1961 una serie di mostre presenta alla scena nazionale e internazionale il gruppo “Continuità”, che si avvale di un importante inquadramento critico di Giulio Carlo Argan e della complicità attiva di Guido Ballo. Riuniti intorno al genio innovativo di Lucio Fontana, dal cui manifesto dello spazialismo il gruppo riprende l’enunciato suggestivo “L’arte non è eterna; finito l’uomo continua l’infinito”, alcuni dei migliori esponenti della ricerca che si oppone alle enfasi dell’informale in nome di una più nitida ragione non oggettiva percorrono un intenso tratto di strada comune. Il gruppo non si raccoglie intorno a un manifesto teorico o programmatico secondo l’uso del tempo, ma si configura come un’aggregazione di personalità qualitativamente eminenti e autorevoli nel momento della prima, piena maturità. La mostra “1961. Tempo di continuità”, fino al 19 dicembre alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, documenta con opere altamente significative la presenza di tutti gli artisti che presero parte alle manifestazioni del gruppo: Franco Bemporad, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Gastone Novelli, Achille Perilli, Arnaldo Pomodoro, Gio’ Pomodoro e Giulio Turcato, e ancora Arturo Carmassi, Pietro Consagra, Sergio Dangelo, Mattia Moreni, Ettore Sottsass e Tancredi. Nella stagione delle neoavanguardie radicali, da Azimut a Zero, dal GRAV al Gruppo T, gli autori di “Continuità” rivendicano la centralità del ruolo della pittura e della scultura, in nome d’un’arte che sia, primariamente, di valori. Accompagna la mostra il quarto numero dei “Quaderni”, con un saggio critico di Flaminio Gualdoni, le immagini delle opere esposte, oltre a una ricca documentazione relativa all’esperienza del gruppo “Continuità”. (red)

 

 

LE FOTO INDUSTRIALI DI DAVID LYNCH

La Fondazione MAST Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di Bologna presenta, fino al 31 dicembre, una mostra di opere fotografiche industriali e di video e filmati di David Lynch, icona del cinema americano. Le fotografie in bianco e nero di David Lynch testimoniano la sua fascinazione per le fabbriche, la passione quasi ossessiva per comignoli, ciminiere e macchinari, per l’oscurità e il mistero. In un arco di tempo di oltre trent’anni ha fotografato i monumenti decadenti dell’industrializzazione, edifici in laterizio decorati con volte, cornicioni, cupole e torri, finestre e portali imponenti, impressionanti nella loro somiglianza con le antiche cattedrali. Rovine di un mondo che va scomparendo, in cui le fabbriche erano pietre miliari di un orgoglioso progresso e non luoghi desolati, scenografie per storie cariche di quell’aura emozionale caratteristica di Lynch. Le fotografie sono state scattate tra il 1980 e il 2000 nelle fabbriche di Berlino e delle aree limitrofe, in Polonia, in Inghilterra, a New York City, nel New Jersey e a Los Angeles. È come se la fuliggine, i vapori o le polveri sottili che avvolgevano quei luoghi si fossero posate sulla superficie della carta: ne risultano immagini di straordinaria potenza sensoriale, come disegni fatti a carboncino, in cui il nero carico delle linee nitide, grafiche, taglia il grigio scuro dei campi. L’inconfondibile cifra di Lynch si svela in modo suggestivo nei soggetti scelti, nelle atmosfere, nelle nuance di colore di mondi arcani e surreali, nelle sequenze oniriche che evocano la visionarietà labirintica ed enigmatica dei suoi film. (red)

 

A TORINO I QUADRI SPECCHIANTI DI PISTOLETTO

La Galleria Biasutti & Biasutti di Torino presenta, fino al 20 dicembre, una mostra dedicata ai quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto, una selezione di opere, dal 1962 al 2012, composta da pezzi unici e multipli. La realizzazione dei quadri specchianti nasce dai primi ritratti nei quali inizialmente Pistoletto analizza il rapporto tra figura e fondo. I quadri specchianti rappresentano il caposaldo dell’opera di Pistoletto, una continua ricerca alla quale l’artista costantemente torna per esaminare, analizzare ed approfondirne il significato, svelandone gli effetti. Sono dei “quadri” che riflettono e fanno riflettere continuamente, e insegnano a guardare l’arte sempre come un mezzo per una continua verifica delle possibilità di libertà e avventura di vita individuale e collettiva, e non come una dimensione separata in cui rifugiarsi per sfuggire alle tensioni del mondo che ci circonda. La mostra, curata dalla Galleria Biasutti & Biasutti, si caratterizza attraverso la presenza di opere quali: L’ombrellone (1971), Maria (1962-1982), Ok (1969-2004), Paolo Mussat Sartor (1962-1988), la Scimmia in gabbia, il Coniglio, i Girasoli, la Gabbietta, lo Specchio.

(© 9Colonne - citare la fonte)