Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Il “Titus” di Shakespeare
in versione “Pulp” a Roma

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Il “Titus” di Shakespeare <br>in versione “Pulp” a Roma

IL “TITUS” DI SHAKESPEARE IN VERSIONE “PULP” A ROMA
Dopo “Horse Head” (segnalato dal New York Times e vincitore del primo Roma Fringe Festival) e "Fight Club - La Prima Regola", spettacolo apprezzatissimo da critica e pubblico (Premio Vincenzo Cirami: Migliori Scene a Paolo Carbone per l’allestimento, nomination Miglior Attore Protagonista per Diego Migeni e Nomination Miglior Attore non protagonista per Alessandro di Somma), le Cattive Compagnie continuano a portare sui palcoscenici italiani il loro personalissimo teatro all'insegna del noir, questa volta confrontandosi con uno dei testi shakespeariani più “pulp”: “Titus” prodotto con la compagnia Mauri Sturno e realizzato in collaborazione con La Cattiva Strada e l’Accademia Musicale Nomos, in scena al Teatro Trastevere di Roma dall'8 al 25 gennaio. “Titus-Commedia Pulp”, questo il titolo del riadattamento con la regia di Leonardo Buttaroni, le scene di Paolo Carbone e l’affiatata squadra d’attori composta da Diego Migeni, Alessandro Di Somma, Marco Zordan, Daniela Kofler, Yaser Mohamed, Gioele Rotini, Matteo Fasanella, Virginia Arveda, e Valerio Persili, è un libero adattamento della prima tragedia scritta da Shakespeare, che ne coglie gli impulsi più grotteschi, crudeli e a tratti puramente folli per portarli sino al paradosso. Un salto audace e irresistibile dal Bardo a Quentin Tarantino, che propone una narrazione dal ritmo incalzante e cinematografico, inserita in uno scenario post-moderno – contraltare scenografico al profondo rispetto per la classicità dell’ambientazione e del testo, mantenuto in versione pressoché integrale. Quattro prospettive per i quattro personaggi principali. Proprio come Tarantino usa fare, la narrazione si modifica a seconda del punto di vista indagato, con numerosi e sorprendenti colpi di scena, che “tirano” il filo del dramma verso un’ampia gamma di registri: da quello epico a quello comico-grottesco, da quello poetico a quello profondamente tragico. Paternità, onore e morte – amara ironia, crudeltà e intrighi di palazzo – risate, lacrime e sangue: un altro ambizioso progetto dalle tinte volutamente forti, noir e pulp...che porta sulle assi di un palcoscenico teatrale tutto ciò che il pubblico abituato al teatro tradizionale non è abituato a vedere. (Red)

“MATTIA: A LIFE-CHANGING EXPERIENCE” ISPIRATO AL MATTIA PASCAL
In scena dal 27 dicembre al 4 gennaio al Teatro Filodrammatici di Milano “Mattia: a Life-Changing Experience”, lo spettacolo ispirato al “Fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello, scritto e diretto da Bruno Fornasari con Tommaso Amadio, Marta Belloni, Matthieu Pastore, Valeria Perdonò, Michele Radice. Se all'inizio del secolo scorso Pirandello ci raccontava la storia di un uomo che, grazie a una serie di coincidenze, ritrovava una nuova identità e una nuova vita, oggi le cose sembrano molto diverse. Il tema del ricostruirsi un'esistenza nuova di zecca resta attuale come allora, ma i Mattia Pascal di oggi scompaiono senza lasciare tracce, pianificando con cura la propria fuga e creandosi una nuova identità. Gli esperti li chiamano runaway, un fenomeno in crescita anche nel nostro paese. Nel 2012 il Commissario Straordinario del Governo per le persone scomparse dichiarava che “Gli allontanamenti volontari acclarati, legati ai più disparati motivi, costituiscono tuttora la categoria di scomparsa più ricorrente”. Perché qualcuno decide di scomparire? Forse i Mattia sentono la propria vita come una gabbia soffocante in cui la loro identità, fragile a causa delle etichette cui deve sottostare, decide di ribellarsi e reagire con un’azione radicale. Ma come fare a scomparire e crearsi una nuova vita nell’era digitale? Per Mattia Pascal, oggi, le cose sarebbero un po’ più complicate: programmi televisivi, social network, acquisti online, dati fiscali, bancomat, anche le carte punti al supermercato dicono tutto di noi e la nostra tracciabilità diventa totale nell’era del mercato delle identità. Se un Mattia volesse cambiare vita oggi, sapendo che qualcuno potrebbe mettersi a dargli la caccia, sparire diventerebbe un’impresa da preparare con cura. “Mattia: a Life-Changing Experience” ci racconta il tentativo di questa impresa, un viaggio di sola andata, una sfida epica in cui la posta in palio è cercare di trasformare chi siamo in chi vorremmo essere. (Cle)

LUCA DE FILIPPO PORTA IN SCENA EDUARDO A CHIASSO
A trent’anni dalla morte di Eduardo, genio indiscusso del teatro, il figlio Luca De Filippo porta in scena “Sogno di una notte di mezza sbornia”, spettacolo che al Cinema Teatro di Chiasso si terrà mercoledì 7 gennaio alle 20.30. Sul palcoscenico insieme a Luca De Filippo saliranno Carolina Rosi, Nicola Di Pinto, Massimo De Matteo, Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Giovanni Cannavacciuolo, Viola Forestiero e Paola Fulciniti, per la regia di Armando Pugliese. Scritta da Eduardo nel 1936, “Sogno di una notte di mezza sbornia” parla di sogni, di vincite al lotto, di superstizioni e di credenze popolari di un’umanità dolente che, solo in questo modo, ha la capacità di pensare a un futuro migliore per sopravvivere al proprio presente. Al centro c’è il popolare gioco del lotto: qui però la scommessa si pone fra la vita e la morte e i rapporti sono fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Protagonista è Pasquale Grifone, un povero facchino a cui piace alzare il gomito. Quando beve fa sogni strani: un giorno riceve la “visita” di Dante Alighieri, del quale gli era stato regalato un busto in gesso. Il Sommo Poeta suggerisce all’uomo quattro numeri da giocare al lotto, sottolineando però che essi rappresentano anche la data e l’ora della sua morte. Di lì a poco, la quaterna esce e Pasquale vince una forte somma di denaro. La famiglia si adatta prestissimo alle nuove condizioni e nessuno si preoccupa della crescente disperazione del povero Pasquale, terrorizzato dalla sua "imminente" morte, cercano anzi di convincerlo del fatto che si tratti solo di una sciocca superstizione. Il giorno annunciato però la famiglia si veste a lutto: tutti, ormai, sono convinti che quelli siano gli ultimi momenti di vita dell’uomo ma quando il pericolo sembra ormai scongiurato un colpo di scena riapre il gioco… (Red)

“A NATALE DIVENTO GAY” DI E CON PINO AMMENDOLA
Pino Ammendola è attore e regista della commedia degli equivoci che andrà in scena al Teatro Ghione di Roma dal 23 dicembre al l’11 gennaio. Si tratta di “A Natale divento gay”, una nuova produzione dell’artista tutta giocata su ritmi frizzanti, tempi comici perfetti e adrenalina positiva da capogiro, con un messaggio di fondo inteso a stravolgere e placare alcuni reconditi preconcetti sessisti. Con Ammendola sul palco anche Massimo Corvo, Annalisa Favetti, Emy Bergamo, Libero Sansavini e con la partecipazione video di Pino Strabioli. Peppino è un impenitente donnaiolo di mezza età con una giovane fidanzata gelosa quanto “burina”. Non è ricco ma confida in uno zio che ha fatto fortuna in America con una catena di pizzerie e che ha promesso di cedergli la sua lucrosa attività per ritirarsi. C’è un solo piccolo neo nel suo piano... Ha fatto credere allo zio di essere gay esattamente come lui. Comunque la sua vita scorrerebbe tranquilla se non fosse che a Natale lo zio arriva a Roma per conoscere il suo compagno e benedire la loro unione. Inutile dire che Peppino sarà costretto a convincere un amico di fingersi il suo compagno. Questo scatenerà una serie di esilaranti equivoci ed un finale assolutamente imprevedibile. La performance, che a Capodanno offrirà una doppia replica pomeridiana e serale (brindisi incluso), dedicherà anche due speciali appuntamenti agli anziani (il 25 dicembre con un biglietto a prezzo speciale) e ai non vedenti e ipovedenti tramite una rappresentazione con audiodescrizione il 4 gennaio. (Cle)

“USCITA DI EMERGENZA” AL TEATRO DELLA COMETA DI ROMA
Bradisismo, precarietà, ricordi, paure, sospetti… sono alcuni degli “ingredienti” presenti nella commedia, o meglio ancora nella tragicommedia “Uscita di emergenza” scritta da Manlio Santanelli che vede in scena - al Teatro della Cometa di Roma dal 7 al 25 gennaio - Vittorio Viviani e Gino Auriuso per la regia di Enrico Maria Lamanna. L’autore Manlio Santanelli racconta uno squarcio di vita di due amici-nemici (Pacebbene e Cirillo) rinchiusi in una “catapecchia pericolante” qual è la loro casa, in una Napoli soffocata dal fenomeno del bradisismo, dove i colori caldi e veraci del mare, del sole, delle strade, dei quartieri, del popolo, lasciano spazio all’intenso grigiore che regna tra le mura domestiche dove si ritrovano i due protagonisti. Loro hanno scelto volutamente l’isolamento, la rottura, il distacco dal mondo esterno, mai uscire di casa se non per estrema necessità per poi rientrarci in fretta, come braccati da un cacciatore senza pietà nella propria tana disfatta, in rovina, vuota, triste, ma per loro unica certezza, unico luogo dove sentirsi protetti. In questa precarietà materiale e morale, Pacebbene e Cirillo si raccontano, si confrontano, sfidandosi come in un incontro di pugilato, sferrando tremendi colpi bassi che lacerano l’animo e la dignità. Non mancano, nel corso della commedia, momenti di comicità, spesso amara, come ama definirla l’autore. Tra l’ex sacrestano Pacebbene e l’ex suggeritore teatrale Cirillo non c’è un attimo di respiro, la loro vita, gli amori, la religione, le gioie, le donne, le sconfitte, le vittorie, il dramma quotidiano con cui sono costretti a vivere per scelta, sono immagini che scorrono veloci come in un vecchio caleidoscopio che proietta al pubblico due uomini segnati dagli eventi, con l’ anima piena di crepe generate dal “bradisismo” della vita. (Red)

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