Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

L'antifascismo a Roma
e nei Castelli Romani

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

1926-1939, LA GENESI DELL’ANTIFASCISMO A ROMA E NEI CASTELLI ROMANI

Roma e la sua provincia hanno dato una spinta decisiva al movimento antifascista italiano, con un contributo di sangue e dolore immensi. “1926-1939, l’Italia affonda. Ragioni e vicende degli antifascisti a Roma e nei Castelli Romani (Infinito edizioni, pp. 432, euro 19,902) firmato da Ugo Mancini, uno dei maggiori esperti della materia, racconta le vite di perseguitati e persecutori, tracciando una linea nera inquietante che porta fino ai giorni nostri. “Il fascismo – si legge nella nota di presentazione del libro - non è solo un fatto storico racchiudibile tra due parentesi, ovvero le due guerre mondiali. È stato, invece, frutto di un bisogno di autoritarismo maturato dalle masse, senza il cui consenso non si sarebbe avuta una dittatura fascista in Italia. Contro la quale è via via sorto un movimento antifascista per anni perseguitato e minoritario, ma destinato a incrementare la sua forza man mano che il regime mussoliniano perdeva consenso nella popolazione vessata e impoverita”. Mancini, docente di storia e filosofia nei licei e studioso del fascismo, oltre ad articoli e saggi su riviste o in opere collettanee ha pubblicato “Lotte contadine e avvento del fascismo nei Castelli Romani” (Armando, 2002), “1939-1940. La vigilia della Seconda guerra mondiale e la crisi del fascismo a Roma e nei Castelli Romani” (Armando, 2004), “Il fascismo dallo Stato liberale al regime” (Rubbettino, 2007), “Classe industriale e costituzione economica. Il progetto liberista del ‘partito degli industriali’”, in A. Buratti, M. Fioravanti, “Costituenti ombra” (Carocci, 2010), “La guerra nelle terre del papa. I bombardamenti alleati tra Roma e Montecassino attraversando i Castelli Romani” (Franco Angeli, 2011). È autore inoltre del corso di storia per i licei “Il Mondo, i fatti, le idee” (Emmebi, 2007).

 

 

“HAI VOLUTO LA BICICLETTA”: IL CICLISMO RACCONTATO

Storie di corse in bicicletta, di sprint e volate, di fuoriclasse e comprimari. Da Vasco Pratolini a Piero Chiara, da Curzio Malaparte a Gianni Mura: un’antologia di testi letterari e giornalistici sullo sport amato dagli italiani di tutte le generazioni e di qualunque classe sociale, nel libro curato da Laura Grandi e Stefano Tettamanti per Sellerio (pp. 432, euro 15), dal titolo “Hai voluto la bicicletta. Il piacere della fatica”. Quando il tema è il ciclismo, il suo racconto assume immediatamente la forma del mito. E infatti quali sono quasi sempre gli elementi della narrazione? Il gruppo, ovvero la massa dei ciclisti, compatta e irresistibile come una forza di natura che avanza in un eccitante dinamismo. Dentro il gruppo numeroso, l’eroe solitario, il campione cui spetta di compiere l’impresa sovrumana; ogni eroe, segnato dal suo dono specifico – lo scalatore, il passista, il velocista – e circondato dai suoi fedeli, i gregari. Intorno il paesaggio, epico e vivente, non la scatola chiusa di uno stadio; e del paesaggio lo scrittore ferma sempre la natura e l’anima, la geografia fisica ma anche la storia, il costume, la cultura; tanto che alcune località, destinate a restare anonime, diventano immortali grazie allo scorrere del serpentone, come certi passi sconosciuti di montagna teatro di scalate infernali. E poi, il paesaggio umano che circonda i ciclisti, la ‘carovana’ piena di umori, di storie, di masserizie, di tecniche e segreti, tutti da raccontare. Così, per questa appartenenza al campo del mito ben oltre la povera realtà ordinaria, le migliori cronache del ciclismo sono opera di scrittori, così come i cronisti diventano a tutti gli effetti narratori nel momento di grazia del loro ‘pezzo’ sulla corsa. Ed è questo il criterio che guida la presente antologia che raccoglie racconti ciclistici di giornalisti che sono in realtà grandi narratori (Gianni Brera, Gianni Mura, Orio Vergani, Manlio Cancogni tra gli altri) e di narratori che si fanno cronisti (tra cui Vasco Pratolini, Dino Buzzati, Achille Campanile, Piero Chiara): cronache come racconti e racconti come cronache del grande mito del ciclismo.

 

 

LA POLITICA A “COLPI DI TWEET”

“Connettiti con i tuoi amici e con altre persone accattivanti. Ricevi immediatamente aggiornamenti sulle cose che ti interessano e segui lo sviluppo degli eventi, in tempo reale, da ogni angolazione”. Eventi politici, decisioni di governo, azioni di movimenti collettivi o campagne elettorali: tutto è raccontato e commentato grazie ai tweet o semplicemente grazie all’hashtag che indirizza la conversazione. Ai cittadini, Twitter consente di prendere la parola in prima persona; per i politici, usarlo significa fare a meno della mediazione dei giornalisti, e interagire direttamente con il pubblico; dal canto loro, i giornalisti ricorrono a Twitter come a un incredibile bacino di narrazioni al quale attingere. Insomma la piattaforma piace perché risponde a domande diverse espresse da soggetti diversi, in un’ibridazione continua fra innovazione e tradizione, fra vecchia politica e nuova politica, fra nuovi media e vecchi media. Questi i temi analizzati da Sara Bentivegna nel saggio “A colpi di tweet. La politica in prima persona”, pubblicato dal Mulino (pp. 160, euro 14). L’autrice insegna Comunicazione politica presso la Sapienza-Università di Roma. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “Disuguaglianze digitali. Le nuove forme di esclusione nella società dell’informazione” (Laterza, 2009) e “Parlamento 2.0. Strategie di comunicazione politica in Internet” (a cura di; Franco Angeli, 2012).

 

GLI ITALIANI CHE CE L’HANNO FATTA RACCONTATI DA ELISA SIMONELLI

Ventidue interviste a persone che, credendo nella loro vocazione, si sono distinte in diversi settori, dal giornalismo alla letteratura, per arrivare a chi ha dedicato la propria vita alla ricerca scientifica o si è inventato un mestiere partendo dalle proprie passioni. Sono gli italiani di successo che, in un’epoca tanto difficile e in un Paese dove il nepotismo la fa da padrone da sempre, ce l’hanno fatta. Lavoratori che hanno scelto di vivere nel Belpaese e che ci sono riusciti con le proprie forze, fornendo così un valido spunto e una speranza a chi ci sta provando. Elisa Simonelli, giornalista e scrittrice, ex inviata di “Porta a Porta”, ha raccontato in “Il Paese dove tutto è possibile. Storie di italiani che ce l’hanno fatta” (Giulio Perrone Editore, pp. 230, euro 16) la storia di chi è riuscito nella propria carriera senza essere figlio d’arte e senza dover rinunciare alle proprie aspirazioni e tantomeno a vivere nella propria terra di origine. Il libro sarà presentato oltreconfine a New York, presso la Casa Italiana Zerilli Marimò, il prossimo 29 aprile (ore 18), nell’ambito dell’incontro-dibattito dal titolo “Il mito del successo americano: dobbiamo lasciare l’Italia?”. L’autrice si confronterà con Elena A. Perazzini, sostenendo due punti di vista opposti: le due scrittrici presenteranno i loro libri (“Far from us” il titolo del volume della Perazzini) ,e discuteranno di come gli italiani abbiano raggiunto il loro successo: vivendo in Italia, oppure espatriando.

 

 

 

 

“VIVERE FRIZZANTE”, IL VINO FA BENE SECONDO EMANUELA MEDI

Sorprende che una madre dedichi un libro che parla di vino ai figli. Ma coglie nel segno Emanuela Medi, giornalista medico-scientifica, autrice di “Vivere frizzante”, edito da Diabasis, quando afferma che il vino è cultura e raccomanda loro di guardare alla cultura come a una ricchezza di vita senza confini e piena di amore. Sì, perché non esiste prodotto della natura che – come il vino – sia presente nella nostra vita quotidiana sin dall’antichità: è territorio, tradizioni culturali, arte, ambiente, cucina, turismo, giovialità, convivialità e volano per la nostra economia: insomma un mix che si ripercuote sulla longevità. Se vino è salute? Ne è convinta l’autrice che analizza le caratteristiche e le proprietà della bevanda degli Dei con dati statistici, ricerche scientifiche, interviste ad esperti medici accreditati. Una smentita accurata e onesta a quanti sostengono il contrario. La ricerca infatti si è impossessata di questo prodotto della natura dimostrando la stretta connessione tra cibi ricchi di antiossidanti e un minore rischio di malattie cronico-degenerative. Nei sedici capitoli che compongono il libro, il vino viene rapportato ad ambiti diversificati, dalla genetica alle malattie più tristemente inflazionate, dalla religione all’eros, dal mondo letterario, cinematografico e musicale a quello estetico, passando per le nuove tendenze e sollecitando gli stimoli per un suo consumo consapevole. Il volume sarà presentato martedì 28 aprile (ore 18) presso l’Istituto Luigi Sturzo: interverranno, oltre l’autrice, la deputata Laura Bianconi – presidente Associazione parlamentare Luigi Veronelli; Franco Maria Ricci – presidente Fondazione Italiana Sommelier; Michele Carruba – ordinario di farmacologia Università degli Studi di Milano; Mauro Massa – presidente Diabasis.

(© 9Colonne - citare la fonte)