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Da Cesena al Sol Levante, quei cioccolatini degni di un Papa  

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Da Cesena al Sol Levante, quei cioccolatini degni di un Papa  

(10 maggio 2021) Non solo moda e design. L’Estremo Oriente viene conquistato anche dalle dolcezze made in Italy. Dal Giappone - con punti vendita fin dal 2013 - alla Cina con uno shop a Shanghai, alla Corea del Sud, l’azienda cesenate Babbi - con il suo gelato ed i suoi cioccolatini “waferini” e “babbini” - muove verso questi mercati una buona fetta del suo export, che raggiunge 80 paesi nel mondo. Tra i suoi clienti si citano locali celeberrimi come la gelateria di Harrod’s a Londra, gli Harry’s Bar nel mondo, svariati hotel di lusso (come quelli di Bulgari e l’Admiralty Arch di Londra) e, in Italia, le catene di Eataly e della Rinascente. Dei waferini Babbi era un grande estimatore anche Papa Benedetto XVI - che, gustandoli nel 2010 a Castelgandolfo, proruppe in un “Questi sono la gloria di Dio in terra” - ma anche il presidente della Repubblica Sandro Pertini. Si racconta che il patron Giulio Babbi buttò giù la cornetta per due volte quando ricevette al telefono una ordinazione fatta dal Quirinale, credendo ad uno scherzo. Alla terza rimase in silenzio ed attonito perché all’altro capo intervenne direttamente la moglie del presidente partigiano, Carla Voltolina. Giulio Andreotti con Giulio Babbi - oggi 92enne ma ancora al timone - aveva poi uno speciale vincolo di amicizia: lo chiamava Giulio IV, dopo Cesare, Papa Giulio della Rovere e lui stesso. Il padre di Giulio, Attilio, rappresentante di dolciumi e liquori, nei primi anni Quaranta inizia a produrre gli ingredienti per i primi gelati artigianali che allietavano le passeggiate serali dei cittadini di Cesena. Nel 1951 avvia poi, insieme al figlio Giulio, una propria azienda, l’Azienda Dolciaria Babbi che produce coni, cialde e semilavorati. Nel 1957, padre e figlio, producono i primi wafer viennesi che contribuiranno a rendere famosa l'azienda nel mondo. Un prodotto che nasce dall’esigenza di emancipare il gelato dall’esclusiva vendita nel periodo estivo e nel quale i Babbi investono tutta l’esperienza acquisita nella produzione di cialde e creme per le basi dei gelati. Racconta Giulio Babbi, in un suo recente libro biografico, che si recò con la sua auto giardinetta a far assaggiare i nuovi biscotti ai maggiori rivenditori e baristi di Milano tornando a casa, dopo cinque giorni, con ben 44 ordini. Replicando il viaggio poco dopo, a Roma, ebbe lo stesso risultato e da quel momento cominciò la commercializzazione in tutta Italia.


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