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PALU’: NESSUN PROBLEMA
A RITARDARE IL RICHIAMO

Il posticipo della seconda dose dei vaccini a Rna messaggero (Pfizer-BioNTech e Moderna) a 42 giorni dalla prima “non è un suggerimento. È un'indicazione on label, cioè riportata sulla scheda di accompagnamento del farmaco, il cosiddetto bugiardino, che contraddice la raccomandazione inizialmente rilasciata dai valutatori di Amsterdam” e “si è calcolato che così facendo si hanno a disposizione dosi sufficienti per proteggere velocemente circa 3 milioni di over 60, attualmente meno coperti dal vaccino ed esposti a significativo rischio di mortalità da Covid 19, pari al 3 per cento”. Lo afferma Giorgio Palù, virologo e presidente dell'agenzia italiana del farmaco (Aifa) in una intervista al Corriere della Sera. E sul rinvio o meno, precisa: “Dipende da come sono organizzate le regioni. La programmazione può essere tranquillamente mantenuta. L'efficacia di un vaccino e la sua immunogenicità non vengono compromesse se il richiamo viene spostato fino a un massimo di 42 giorni”. Pfizer contesta e ricorda che il suo composto è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni…. “Un'industria non può dettare scelte che dipendono dagli enti regolatori e che vengono prese anche sulla base dei risultati osservati sul campo, su decine di milioni di persone e quindi non limitati agli studi di validazione su poche decine di migliaia di casi” e “ci si è accorti che la seconda dose può essere spostata fino a 42 giorni senza condizionare né la protezione dalla malattia che resta alta, fino al 70%, né la risposta degli anticorpi. Ripeto, la posizione di Aifa e ministero della Salute sono un'indicazione vera e propria per affrontare in una fase particolare una relativa carenza di scorte”. Alfa aprirà anche alla somministrazione dei vaccini AstraZeneca e JeJ sotto i 60 anni? “L'Ema non ha posto condizioni di età e sesso per questo tipi di vaccini a vettore adenovirale. La nostra agenzia ha previsto un uso preferenziale sopra i 60 anni, non significa escludere altre scelte” e “i benefici di AstraZeneca superano sempre i rischi, dai 18 anni in su, ma la somministrazione in età giovanile andrebbe considerata con molta attenzione tenendo conto degli eventi di trombosi venosa profonda con carenza di piastrine riportate soprattutto in persone sotto i 60 anni”. È certo che ai guariti dal Covid sia sufficiente un'unica dose? “Sì, ne basta solo una in quanto induce una produzione di anticorpi in quantità che si raggiungono normalmente solo con la doppia inoculazione. Una dose extra non fa male, ma è ininfluente sul piano della protezione e viene sottratta ad altro”. Inoltre conferma che “dal prossimo mese il vaccino sarà disponibile anche in farmacia e questo permetterà di riceverlo fuori dal luogo di residenza. Ogni remoto paese ha la sua farmacia. Fermo restando che per il momento il richiamo va fatto con lo stesso preparato della prima dose. Cominciano a comparire solo ora studi sull'efficacia e gli effetti collaterali di cicli con prodotti diversi”. È vicina anche nell'Ue la vaccinazione sui bambini? “Pfizer-BioNTech ha già ottenuto l'autorizzazione emergenziale negli Stati Uniti per l'uso sopra i 12 anni. L'Ema adesso deve valutare i dati, si tratta di un processo più complesso perché porta a un'autorizzazione condizionata e a successivi studi sul campo”. (13 mag - red)

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