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MELONI: PARTITO UNICO?
PIU’ RISCHI CHE VANTAGGI

(ripetizione corretta) Roma, 17 giu – “L'idea di una federazione fra i partiti che sostengono il governo la trovo intelligente, serve a difendersi dall'aggressione della sinistra che pretende di imporre le proprie politiche in maggioranza. Mi sembra utile un maggior coordinamento, aiuta Il lavoro”. Lo afferma Giorgia Meloni in una intervista al Corriere della Sera. “Noi siamo all'opposizione, e avevamo proposto un intergruppo parlamentare – prosegue la leader di Fratelli d’Italia -. Credo ancora che potrebbe essere utile parlarsi anche da posizioni diverse, perché noi possiamo fare ‘l'ariete’ non avendo il vincolo di fedeltà che lega I partiti di maggioranza. Sul coprifuoco, ricordo, siamo stati noi con il nostro ordine del giorno a consentire il cambiamento”. II partito unico che propone Berlusconi invece? “Ho sempre pensato che le specificità di ogni partito siano la forza del centrodestra. Rappresentiamo più del 50% degli elettori omologare tutto ci farebbe perdere più di quanto potremmo guadagnare. Io ho vissuto l'esperienza del Pdl: dopo lo slancio iniziale, riuscire a conciliare le diverse identità ha portato a scontri e a mediazioni poco efficaci. D partito unico ha più rischi che vantaggi”. Con Berlusconi ha parlato? “No, non in questi giorni. Conosco la sua idea, è da sempre un grande federatore e lo apprezzo anche per questo. Ma mi sento di consigliare a tutti prudenza in questo dibattito, che agli italiani — alle prese con l'uscita dalla pandemia, la disoccupazione, la povertà, la crisi di molte imprese — può apparire lunare. Come ci organizzeremo non è l'interesse primario degli Italiani. Lo è quello che faremo”. Lo stare all’opposizione, ribadisce, “è stata una scelta per convinzione, non per convenienza. Il che non significa non lavorare per la coalizione. Lo si vede dalle decisioni sulle Amministrative: avremmo potuto chiedere un candidato di partito a Roma, abbiamo scelto insieme un civico che è il migliore su cui si poteva puntare. E sempre nell'unità”. Se lo aspettava di arrivare al 20% nei sondaggi? “Forse no, ma ho sempre detto che sarebbe stato più facile passare dal 5% al 15% che dal 3 al 5. Sono 10 anni che esiste Fdl, stiamo raccogliendo i frutti di un grande lavoro. Ci sono stati momenti in cui ho pensato: ho fatto la scelta giusta? Lavoravamo, ma i risultati non si vedevano. Poi piano piano siamo cresciuti e gli italiani, che scelgono sempre un voto utile, dalla simpatia sono passati alla decisione: questo partito mi piace, è serio, lo voto. E crescere è diventato più facile”. (17 giu / red)

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