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direttore Paolo Pagliaro

LA STUPIDITA’ DI GREGGE
AFFONDA L’INDONESIA

L’Indonesia, che con i suoi 275 milioni di abitanti è il quarto stato più popoloso al mondo, sta letteralmente scalando le classifiche tanto delle infezioni che dei decessi da Covid dopo essere rimasta fino a poche settimane fa sostanzialmente al margine della pandemia. La situazione adesso è però drammaticamente mutata tanto che l’arcipelago è considerato il nuovo focolaio mondiale della malattia, che nella sua marcia macabra sta facendo registrare diverse vittime anche tra i medici e i bambini, con l’inevitabile collasso del sistema sanitario incapace di reggere l’afflusso massiccio dei contagiati nelle spesso non eccellenti strutture sanitarie. Nella sola giornata di ieri, i dati ufficiali hanno riportato più di 49.500 nuovi casi e 1.449 decessi, il dato più alto dall'inizio della pandemia. Da parte sua il governo, tardivamente, ha cercato di limitare il più possibile i contatti tra le 17.508 isole che compongono la nazione, ma inutilmente: il numero di morti continua a crescere mentre i becchini lavorano tutta la notte e i produttori di bare fanno fatica a tenere il passo con la domanda.

Ma come si è potuti arrivare a questa situazione, che in una manciata di settimane è arrivata a far contare più di tre milioni e 33mila contagi di cui 79.032 risultati letali? Gli epidemiologi locali non hanno dubbi nel fornire la risposta e puntano decisamente l’indice contro il comportamento dell’esecutivo ricordando le parole pronunciate l'anno scorso, nei primi giorni della pandemia, dall'allora ministro della Sanità indonesiano Terawan Agus Putrantro che aveva attribuito alla preghiera il basso numero di contagi. Una “linea di condotta” seguita dal presidente Joko Widodo che a più riprese ha promosso i rimedi erboristici tradizionali e ha tentato di prevenire il panico attraverso una “rivisitazione ottimistica” dell’emergenza in corso, proponendo una lettura degli avvenimenti del tutto priva di basi scientifiche. Widodo ha inoltre pubblicizzato con orgoglio la clorochina, il farmaco antimalarico prodotto a livello nazionale presentandolo come una "difesa di seconda linea" contro il virus, nonostante la totale mancanza di prove scientifiche sulla sua efficacia in chiave anti-Covid.

Come se non bastasse, l’anno scorso, il ministero dell'Agricoltura ha venduto collane di eucalipto "antivirus", che – a detta degli esperti ministeriali - avrebbero ucciso il virus se indossate per 30 minuti. A risultare dannosa è stata anche l’affermazione del ministro degli affari marittimi e degli investimenti, Luhut Pandjaitan, che ora è responsabile del coordinamento della risposta speciale all'emergenza di Giava e Bali, che nei mesi scorsi aveva affermato che il virus non poteva sopravvivere nei climi tropicali.

Purtroppo il mese di giugno ha tragicamente sfatato tutte queste fake news di Stato con un aumento impressionante dei casi. “Abbiamo avvertito la gente e il governo quanto possa peggiorare la situazione senza alcun intervento preventivo”, ha dichiarato l'epidemiologo indonesiano Masdalina Pane. “Ma nessuno ci ha ascoltato e ora il problema è a dir poco complicato”.

Uno dei più eminenti specialisti dell’arcipelago, il professor Pandu Riono, non ha esitato ad affermare che "l'Indonesia è da tempo in uno stato di 'stupidità del gregge'. È il comportamento umano che incoraggia il virus a replicarsi, riprodursi e diventare più infettivo". Riono ha denunciato in diversi posto il comportamento dei funzionari del governo che “hanno inviato messaggi contrastanti e hanno preso decisioni sbagliate, mentre molte persone in Indonesia si sono rifiutate di seguire i protocolli sanitari e sono riluttanti a ricevere il vaccino”.

NELLA FOTO: Un membro del gruppo di clown indonesiano Aku Badut che partecipa alla campagna di sensibilizzazione per il rispetto dei gesti-barriera anti-Covid, espone un cartello con la scritta “Indossa sempre le mascherine”. La foto è stata scattate in una delle strade principali di Jakarta.

(23 lug - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)